I Gas serra per Negati

Per contrastare i climatoscettici, i negazionisti, gli algidi difensori della loro «confort zone», per i quali i Gas ad Effetto Serra, invisibili, intangibili sono difficili da comprendere.

Per contrastare le conclusiono con le quali pretendono di non trovare correlazioni tra l’aumento dei Gas Serra, il riscaldamento climatico e l’attivitá umana di produzione, consumo energetico, consumo di risorse, consumismo e emissione di rifiuti, proponiamo una metafora semplisissima.

Precisazione

I Gas ad Effetto Serra (CO2 ed affini), responsabili del riscaldamento climatico, sono la diretta conseguenza dell’utilizzo di energia fossile con la quale abbiamo realizzato l’incredibile progresso umano dell’ultimo secolo.

Per ogni prodotto che consumiamo, indossiamo, per l’uso di ogni mezzo di trasporto, per ogni casa o infrastruttura costruita, emettiamo una quantità di GES conseguente. Si calcola facilmente con metodi scientifici e ci sono testi e tabelle esplicative per guidare al calcolo, disponibili a tutti.

La metafora

Sostituiamo l’energia fossile con il cibo, i Gas Serra con un gas, percepibile questo, che tutti noi conosciamo: la scoreggia.

Svolgimanto

Esiste una ridotta popolazione di persone ricche che consumano senza scrupoli una quantità enorme di cibo ricco di zuccheri, proteine animali, carboidrati.

Sono paffute ed in evidente sovrappeso. Sono circa il 10% della popolazione mondiale.

Hanno una digestione problematica ed mettono un volume enorme di gas scoreggia e impestano l’ambiente; producono anche una quantità importante di scarti organici, che non si riescono facilmente a riciclare e depurare; di conseguenza oltre ad inquinare l’aria, inquinano l’ambiente e i corsi d’acqua fino al mare.

Poi esiste una popolazione povera che vive in paesi poco sviluppati con terreni agricoli poco produttivi, che ha problemi di accesso all’elettricità e all’acqua. 

Sono circa il 50% della popolazione mondiale. Si nutre essenzialmente di verdure, frutta e carboidrati, raramente di carne e pesce.

Cagano poco e scoreggiano ancor meno.

Hanno un bilancio gas scoreggia inferiore di oltre 10 volte di quello della popolazione ricca.

Poi c’é una popolazione intermedia che ha introiettato il problema dell’emissione del gas scoreggia, dell’inquinamento che provoca.

Scelgono di moderare i loro consumi, di ridurre il consumo di prodotti che provocano flatulenze. Cagano senza eccesso ed hanno un bilancio gas scoreggia di meno di 1/3 della popolazione ricca.

Il problema é che i primi, quel 10% della popolazione, hanno un comportamento egoista ed irresponsabile. Per gli eccessi di cibo che consumano, hanno contribuito più di tutti all’accumulo di gas scoreggia che dagli anni ‘60 si é accumulato nell’atmosfera.

Anche la popolazione intermedia ha partecipato a questo processo, ma ormai da qualche anno, avendo preso coscienza del problema, ha aderito a comportamenti più sobri,  persino frugali.

Chi subisce maggiormente i danni dell’accumulo del gas scoreggia nell’atmosfera é il 50% della popolazione, quella più povera.

L’accumulo del gas scoreggia nell’atmosfera, che é stato praticamente stabile negli ultimi 800 anni, aveva un valore intorno di 280ppm (parti per milione) nel 1850 considerato l’inizio dell’era della grande abbuffata. Da allora sta aumentando. É passato a circa 320ppm degli anni ‘60 ed oggi, nel 2023, sfiora le 430ppm.

Cioè 0,36 ppm/ anno, dal 1850 al 1960, ma 1,74 ppm/anno, dal 1960 ad oggi. Un aumento esponenziale.

L’aumento della temperatura media mondiale é direttamente correlato al tasso di gas scoreggia nell’atmosfera.

Conseguenze

Questo accumulo di gas scoreggia provoca il surriscaldamento dell’atmosfera, una maggiore evaporazione degli oceani, lo scioglimento dei ghiacciai dell’Artico e della Groenlandia, unitamente alla riduzione dello spessore del ghiaccio dell’Antartico.

L’atmosfera é un gas che per moti convettivi, scambia enormi quantità di calore con la superficie degli oceani che a loro volta si riscaldano. Questi normalmente assorbono circa il 50% del gas scoreggia dell’atmosfera, mentre un’altra parte considerevole é consumato dalla fotosintesi clorofilliana, quella che permette alle piante di svilupparsi, all’erba ed ai vegetali di crescere.

Ora per l’eccesso di gas scoreggia nell’atmosfera, questo meccanismo virtuoso, si é inceppato. Anzi provoca dei processi retroattivi.

Precisiamo.

Se scaldate dell’acqua in un tegamino, vedrete che oltre una certa temperatura, cominciano a formarsi delle bollicine sul fondo. Aumentando la temperatura le bollicine si staccano dal fondo e risalgono in superficie. Sono i gas disciolti nell’acqua : azoto, ossigeno e anidride carbonica.

Ecco, é quello che avviene con gli oceani; lo scambio termico con l’atmosfera riscalda la superficie del mare che così tende a rilasciare nell’atmosfera il gas scoreggia che aveva assorbito.

Similmente avviene con le piante che assorbono  il gas scoreggia nel processo di sintesi clorofilliana.

Dobbiamo immaginare ogni pianta come un serbatoio di gas scoreggia.

Cosa avviene con gli incendi boschivi?

Le piante bruciano e rilasciano gas scoreggia nell’atmosfera. Quel lavoro certosino di assorbimento ed accumulo di gas vien interrotto, anzi invertito.

Insomma non abbiamo più la pianta che aveva assorbito per decenni il gas scoreggia, e per punizione tutto il gas assorbito viene rilasciato nell’atmosfera.

Ora con l’innalzamento della temperatura dell’aria dovuto all’accumulo di gas scoreggia e con l’aumento dell’ umidità dovuto all’evaporazione degli oceani, si produce un meccanismo pericoloso.

I moti convettivi che dipendono dalla differenza di temperatura tra il suolo e l’atmosfera, diventano più turbolenti.

Il pianeta terra é un sistema chiuso. Tanto vapore acqueo produci, tanta ricaduta avrai, a seconda delle stagioni e delle altitudini, sotto forma di pioggia, di grandine o di neve.

Questa é la regola. Ma se in conseguenza del riscaldamento climatico il gradiente di temperatura tra la superficie della terra e l’aria aumenta, aumentano i moti convettivi.

La pioggia

Immaginate una particella di vapore acqueo nell’aria. Quando l’aria sarà satura del vapore acqueo, per coalescenza le particelle si aggregano e raggiunto un certo peso, ricadono sotto forma di gocce di pioggia.

I moti convettivi ritardano questo processo e solo quando il volume ed il peso delle gocce diventa importante, queste riescono a superare il movimento ascensionale dei moti convettivi e precipitare al suolo. Come si può dedurre facilmente i volumi sono più importanti e maggiore é la violenza. Possono generare precipitazioni impressionanti come le “bombe d’acqua”.

La grandine

Perché i chicchi di grandine sono sempre più grossi? Per lo stesso principio fisico.

La grandine si forma ad un’altezza maggiore della pioggia, negli strati più freddi dell’atmosfera dove le particelle di vapore d’acqua gelano. Ma poi il fenomeno é identico.

Il chicco di grandine si ingrossa e quando ha raggiunto un peso sufficiente, cade al suolo.

Ma anche nel caso della grandine influiscono i moti convettivi.

Il chicco cade ma non raggiunge il suono perché i moti ascensionali lo impedisco. Risale verso gli strati più freddi dell’atmosfera, si ingrossa ulteriormente e tende di nuovo a cadere. Il processo si ripete più volte fino a che il chicco diventa sufficientemente pesante per cadere al suolo.

Ecco perché ormai i chicchi di grandine  sono più grossi e provocano più danni, tanto da rompere le tegole sui tetti.

Interazione tra vapore dell’atmosfera e gli incendi

Nell’incendio dei boschi, vengono rilasciati gas scoreggia e particolato (fumi di particelle incombuste).

Quando i fumi degli incedi incontrano il vapore acqueo dell’atmosfera si osserva un fenomeno curioso.

Le particelle incombuste assorbono il vapore acqueo, formano dei nuclei di condensazione, si appesantiscono e cadono al suolo sotto forma di pioggia.

Avviene anche col le particelle di sabbia del Sahara. Qui il fenomeno é anche piu spettacolare perché la pioggia tinge di rosso, strade, auto e tetti.

É un fenomeno, naturale confermato da quello artificiale, prodotto dall’uomo, che si definisce “inseminazione delle nuvole”, la tecnica che mira a favorire le precipitazioni attraverso la dispersione di sostanze chimiche che fungono da nuclei di condensazione. La dispersione avviene con aerei, razzi, cannoni e di solito si usa lo ioduro di argento.

É un processo utilizzato da alcune nazioni, come la Cina ed i paesi del golfo.

I risultati sono modesti e i pericoli di inquinamento evidenti. É inoltre una forma di appropriazione indebita di un bene comune.

Speculazione

In California recentemente ci sono state piogge torrenziali nel “deserto” del Mojave, presso Las Vegas, con precipitazioni di intensità mai riscontrata, alluvioni e danni impressionanti.

Nel medesimo tempo in Canada bruciavano milioni di ettari di alberi delle foreste boreali, con emissioni di Gas Serra e volumi di particolato molto importante.

I due fenomeni sono correlabili ? Da un punto di vista fisico, senz’altro. Per confermarlo   basterebbe che qualche climatologo studiasse la direzione dei venti di quel periodo e la copertura nuvolosa dell’area interessata.

Conclusione

Non é difficile da capire che si impone un cambiamento di paradigma.

Dobbiamo mettere a dieta ferrea quel 10% di egoisti ingordi che si ingozzano di cibo, che non sono mai soddisfatti, che comprano ogni nuovo alimento che l’industria alimentare, la pubblicità propone, per soddisfare una profonda infelicità esistenziale.

Poi dobbiamo tutti riflettere e essere più selettivi nei consumi. Privilegiare prodotti più sani, a chilometro ridotto, prodotti con un impronta gas scoreggia ridotto.

Per responsabilizzare ognuno di noi, la miglior soluzione sarebbe quella di assegnare ad ogni abitante del pianeta un capitale gas scoreggia identico, la cui somma non supererà il totale del volume dei GES assorbibile dal pianeta attraverso i meccanismi naturali.

Poi ognuno si regola come vuole. 

I più poveri avranno un capitale gas scoreggia smisurato rispetto alle proprie abitudini alimentari. Anche migliorando la propria dieta, conserverebbero un surplus.

Per la popolazione intermedia che ha già modificato il proprio regime, non ci saranno modifiche sostanziali di dieta.

I più ricchi invece se vogliono conservare le loro abitudini alimentari, una volta speso il capitale gas scoreggia assegnato, dovranno comprare quote di capitale gas scoreggia da chi ha un surplus.

Interessante. Si verificherebbe una ridistribuzione di ricchezza tra chi ha contribuito maggiormente al problema del riscaldamento climatico e coloro che lo subiscono.

Una via pratica e semplice per realizzare la giustizia climatica ?

Climatoscettici, negazionisti, pigri difensori di “confort zone», cambiate!

O

UNA SCOREGGIA VI SEPPELLIRÁ ! 

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