Tassa Carbonio sulle Importazioni EU

L’Analisi e le proposte di Agime Gerbet

(Associazione Italiana Economisti Energia)

Finalmente la diga di indifferenza e di scetticismo rispetto alle proposte di una Tassa Carbonio, su tutti i prodotti e servizi che consumiamo, sta incrinandosi.L’Analisi e le proposte di Agime Gerbet -President of the Scientific Committee at AIEE – Associazione Italiana Economisti dell’Energia- é estremamente autorevole, fattuale, convincente con novità interessanti.Documento integrale a fondo pagina
PremessaLa più grande ingiustizia consiste nel fatto che l’1% della popolazione emette 9,1 volte la media mondiale.Il 10% della popolazione emette 2,3 volte la media mondiale.Réf. Capitale ed ideologia-Thomas Piketty – pag 779
É l’insopportabile disuguaglianza tra coloro che subiscono i danni ambientali e quelli che li provocano; tra i ricchi che col loro alto livello di consumi ed emissioni contribuiscono all’incremento e alla frequenza degli eventi climatici disastrosi, conseguenza del riscaldamento climatico, e i meno abbienti che con basse emissioni e consumi, li subiscono.
Solo una vera lotta alle disuguaglianze delle emissioni di carbonio su scala globale potrà condurre a uno sviluppo sociale equo ed affrontare la disuguaglianza è fondamentale per raggiungere il nuovo obiettivo climatico.
« Per ottenere un’accettazione sociale di una tassa carbonio, questa deve passare per norme di giustizia sociale. Le categorie modeste che hanno emissioni ridotte, non accetteranno sacrifici se le categorie privilegiate non diminuiranno sensibilmente le loro emissioni. Non dobbiamo mai dimenticare che la disuguaglianza e l’ingiustizia climatica sono due facce della stessa medaglia »
Vedere relazione OFAM – Carbon Inequality report Déc. 2020

Tassa Carbonio-ImEA (Imposta sulle Emissioni Aggiunte) di Agime GerbetPresident of the scientific committee at AIEE – Associazione Italiana Economisti dell’Energia
Il punto di partenza dell’ImEA è la constatazione che i limiti alle emissioni, formulati attraverso obblighi, imposizioni o strumenti di mercato come l’ETS (Emission Trading System), comportano costi ambientali ed energetici unicamente in capo alle industrie europee. Diversamente beni prodotti fuori dai confini europei, con pochi o senza vincoli ambientali avranno prezzi energetici e ambientali inferiori, godono di un vantaggio competitivo nei confronti degli analoghi beni fabbricati da industrie europee. Secondo Gerbeti porre un dazio antidumping alla frontiera parametrato alle emissioni medie del paese di provenienza oppure estendere l’ETS agli importatori, spesso europei, non sarebbe sufficiente per limitare le emissioni globali e riequilibrare la competitività industriale perché questo meccanismo potrebbe essere aggirato dalle industrie extraunionali, analogamente alle strategie già adottate per il dumping fiscale. Inoltre questo dazio sarebbe discriminatorio e non premiante per le stesse imprese estere che producono in maniera sostenibile e che, ai fini del dazio in ingresso nell’Unione, sarebbero equiparate a quelle più inquinanti del loro paese.
Funzionamento dell’ImEA (Impsta sulle Emissioni Aggiunte)I fondamenti dell’IMEA sono:

Il conteggio puntuale delle emissioni reali per prodotto

La tracciabilità delle emissioni

La tassazione indiretta e la neutralità fiscale

Compatibilità con il WTO derivante da un approccio non discriminatorio.
Sub 1) L’ImEA prevede di contabilizzare puntualmente i gas ad effetto serra emessi in fase di fabbricazione dei beni ovunque questi siano prodotti, quindi a prescindere da dove fisicamente sia stato fabbricato un determinato bene.
Sub 2) Questo meccanismo non si rivolge agli Stati nazionali ma direttamente alle industrie lasciando che siano queste a decidere se farsi certificare le emissioni di produzione da un verificatore accreditato da un ente certificatore europeo o meno. Il tracciamento e la certificazione delle emissioni di produzione e processo dovrebbe avvenire attraverso l’intera filiera produttiva con l’utilizzo della tecnologia blockchain.
Sub3) Nel mercato europeo un prezzo predeterminato di CO2/Ton. emessa sarebbe valorizzato percentualmente sull’IVA dei prodotti in commercio, alleggerendo l’imposta sui prodotti più sostenibili e creando una maggiore imposizione sui beni delle industrie più inquinanti.

In questo modo, i consumatori avrebbero immediata percezione di quali prodotti siano più sostenibili perché avrebbero un’IVA più bassa rispetto a quelli che sono più costosi proprio perché emettono più gas climalteranti.
Sub 4) Infine l’ImEA non è una tassa lineare basata sulla presunzione che ogni bene (cinese ad esempio) sia prodotto con la media delle emissioni nazionali, ma è una imposta che non presenta discriminazioni sulle origini dei prodotti ed è pienamente compatibile con le regole del WTO.
L’ImEA è approvata nella Risoluzione delle Commissioni riunite X e XIII, a conclusione dell’esame dell’affare assegnato sulle asimmetrie competitive per l’industria europea derivanti dai bassi costi energetici e dai bassi standard ambientali in Paesi extra-UE, 1° agosto 2017.

Doc. XXIV, n. 79 delle Commissioni Riunite del Senato Attività Competitività ambientale dell’industria europea produttive e Ambiente.
Un documento del 2017 e a mia conoscenza nessuno ne parla. Il ministro della transazione, ops! transizione ecologica dovrebbe elaborare subito una strategia di applicazione.


*** Fare circolare, se lo ritenete utile ***
REF.

1) Gerbeti A (2014).“CO2 nei beni e competitività industriale europea”.vol. 1, MILANO: Editoriale Delfino.

2 Gerbeti A, MERCATI AMBIENTALI – Enciclopedia Italiana – IX Appendice (2015).

Link al documento originale

https://bit.ly/3L1Sks1

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