L’ossessione per la fusione nucleare minaccia la transizione ecologica 

Fusione nucleare

L’aumento globale della temperatura nel corso del secolo sarà determinato da quello che faremo o mancheremo di fare all’orizonte del 2050.

Anche se la tanto propagandata fusione nucleare sembri oggi molto più plausibile come energia del futuro, non sarà una tecnologia disponibile, a detta degli stessi scienziati del MIT, ancora per alcuni decenni.

Per fronteggiare la crisi climatica per ora dobbiamo affidarci

a tecnologie esistenti e comprovate

il mito della fusione potrebbe servire da alibi per non cambiare nulla nelle strutture di una economia profondamente insostenibile oltre che iniqua. Il ritornello è sempre lo stesso: la ricerca della fonte dell’infinita energia pulita (rilanciata anche questa volta dai titoli di stampa) che finalmente consentirà di alimentare la crescita perpetua senza effetti collaterali.

Ma cosa non si farebbe per (illudersi di) cambiar tutto senza dover cambiar nulla.

Lasciamo i tecnoidolatri attendere il genio salvatore che apporterà la soluzione miracolosa.

Quale é lo stato dell’arte

A parte gli esperimenti di laboratorio, l’unico impianto “pilota” in costruzione si trova nel sud della Francia. L’ITER é finanziato da Unione Europea (UE), Regno Unito, Cina, India, Giappone, Corea del sud, Russia e Stati Uniti. Quando sarà completato, sarà il primo reattore a fusione a dimostrare la possibilità di una produzione continua di energia con una potenza di circa 500 MW (megawatt).

Per contenere il plasma userà un enorme tokamak con un raggio di 6,2 metri con un peso di 23.000 tonnellate.

I lavori di costruzione sono iniziati nel 2007. La speranza iniziale era produrre il plasma nella camera di fusione entro il 2020 circa, ma li progetto ha subito numerosi ritardi e i costi, stimati in 5,45 miliardi di dollari, sono quadruplicati. A gennaio di quest’anno i responsabili del progetto hanno annunciato un ulteriore ritardo: l’entrata in funzione, prevista nel 2035, sarà forse rimandata al “decennio” 2040-2050. Non c’é da drammatizzare. Non é inconsueto che nella progettazione di nuove soluzioni industriali si incontrino problemi o si riscontri l’inadeguatezza di materiali che ritardano i progetti. É tutto nuovo, é tutto da scoprire e le incognite sono enormi.

Comunque ITER non produrrà energia per uso commerciale; è un dispositivo esclusivamente sperimentale che intende risolverei problemi ingegneristici e aprire la strada a centrali elettriche funzionanti. Non dubitiamo nella riuscita del progetto visti i paesi partecipanti e le enorme risorse impiegate. Dalla sua messa in funzione in poi ci sarà un’accelerazione sensibile verso una produzione di energia da fusione nucleare.

Ma realisticamente per ora resta un ambizioso progetto e non avremo la fusione nucleare prima della seconda metà del secolo.

Quali sono i combustibili necessari al processo di fusione nucleare?

Per la fusione nucleare si usano Deuterio e Trizio

  • Deuterio

Il deuterio, il due per mille circa dell’idrogeno, si reperisce facilmente e costa solo 4$ al grammo. 

  • Trizio

Questo elemento indispensabile per realizzare il processo di fusione nucleare, presenta delle criticità.

Interessanti le precisazioni di Giuseppe Cima- Ingegnere Materiali, in un articolo pubblicato su Domani il 13/03/22.

…Per la fusione nucleare si usano deuterio e trizio. Il trizio non è presente in natura, ha una vita media di dieci anni ed è un “sottoprodotto” della fissione dei reattori nucleari tipo Candu.

Le scorte di trizio al mondo consistono in circa 50 kg accumulati in anni, a malapena sufficienti per futuri esperimenti, ed è mille volte più caro dell’oro.

Bisogna anche tener presente che, se mai la fusione risultasse possibile, i reattori a fusione dalla taglia tipica di 1000 MW, farebbero la fila per approvvigionarsi del trizio necessario per contribuire ai 16 milioni di megawatt dei consumi globali.

NdR In linea teorica è possibile “generare” il trizio nelle reazioni di fissione degli attuali reattori nucleari facendo reagire i neutroni generati dalla fissione con litio.

Nella maggior parte dei casi, si circonda infatti la camera di reazione con un rivestimento in litio (Litio ? Ancora lui! Ma dove lo troveremo tutto questo litio?).

Tuttavia la tecnologia non è ancora stata testata su larga scala e nessuno sa davvero se la produzione e l’estrazione di trizio funzioneranno, né con quale resa.

Riguardo l’esperimento del MIT si segnalano alcune perplessità già in un articolo del Settembre 2021.

https://bit.ly/3mHkrCJ

Riassumo.

I tempi:

…I prossimi passi che permetteranno di finalizzare entro il 2025 SPARC, il primo impianto “sperimentale” a produzione netta di energia. Se nel 2025 l’impianto sperimentale funzionerà, nel corso del prossimo decennio si “lavorerà ” per creare ARC il primo impianto capace di immettere energia da fusione nella rete elettrica…

Se, se, se…e siamo al 2035! Se tutto funziona avremo 1 impianto !

Non si dice quanta energia produce ed il bilancio carbonio globale. Perché per far funzionare “l’impianto” bisogna alimentare magneti e raffreddare a -253°C

E per ora nessun esperimento ha prodotto più energia di quella consumata.

Poi  ci sono altri promettenti progetti in corso, quello del JET in Inghilterra: https://bit.ly/3zvBejA

Sono notizie riportate frammentariamente da numerosi media in Italia, ma personalmente preferisco accedere direttamente alla fonte della notizia. Riassumo per gli anglorefrattari:

…L’unico che ha prodotto energia é il JET, inglese. (NdR “L’unico che ha PRODOTTO energia” ! ).

Ha prodotto 59 megajoules di calore battendo il record di 21.7 megajoules del 1997.

Calcoliamo:

In 25 anni la progressione di produzione di calore  é di 2,7 volte.

L’esperimento che é durato 5 secondi (yes Sir) ed il bilancio energetico é ancora negativo. Per i profani , si é consumata più energia di quella prodotta.

Ma quei 59 megajoules a cosa corrispondono, mi si chiede… 1joule = 1w-sec 

59 MW-sec. / 5 sec. = 11.8 MW-sec. Da 3,3kW/h

Dai calcoli del Giornalista della BBC Jonathan Amos-Science correspondent, Articolo del 9/02/22

…Con quell’energia si scaldano a malapena 60 bollitori d’acqua for “the tea”. https://bit.ly/45oEDh3

Insomma dopo 25 anni siamo arrivati a questo esaltante risultato!

Impagabili i numerosi commenti dei lettori, alcuni dei quali rifanno i conti ed indicano che il calcolo era ottimistico, perché si scaldano a malapena 40 bollitori, da da 1,7 lt. Leggere il commento di moarscienceplz. https://bit.ly/3HfiPtk

Auguro a qualsiasi media italiano dei lettori cosi pignoli.

Conclusione dell’articolo:

La fusione è per ora troppo indietro nel suo sviluppo industriale per poter partecipare alla decarbonizzazione in questo secolo.

C’é un eccellente articolo di Giuseppe Onufrio su Domani del 13 dicembre 2021, fattuale, inappellabile nella conclusione : https://bit.ly/39dktPw

Ancora più imbarazzanti sono i risultati degli esperimenti du fusione nucleare al Lawrence Livermore National Laboratory-National Ignition Facility in USA

Ecco cosa riporta l’ANSA il 30 Luglio 2023

…in Dicembre 2022, a fronte di poco più di 2 megajoule di energia immessi nel sistema, erano stati ottenuti 3,15 megajoule. Stavolta, secondo i dati preliminari, la reazione di fusione innescata a luglio avrebbe prodotto 3,5 megajoule.

…Bisogna però ricordare che il bilancio energetico positivo raggiunto riguarda soltanto l’energia che colpisce la capsula contenente deuterio e trizio, e non tiene conto dell’energia elettrica necessaria ad alimentare i laser (pari a circa 300 megajoule)…

3,5 mega joules corrispondono a meno di 1kW/h

Sono esperimenti di laboratorio. Ben venga la ricerca. Ci arriveremo alla fusione nucleare, ma non prima della seconda metà del secolo (se tutto va bene).

Ci sono troppi media e giornalisti che per approssimazione portano il pubblico a pensare che siamo alle porte di una rivoluzione energetica. 

É grave.

C’é da riflette sulle parole di Marco Palombi

Nucleare ?

Nessun complotto…Non capiscono gratis, senza secondi fini.

© Marco Palombi

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