Meno male che c’é Piketty

Prefazione

Non ho la presunzione di riassumere 1000 e più pagine del saggio di Thomas Piketty in qualche paginata di un blog, ma ho selezionato alcuni concetti e passaggi del libro per condividerli con chi accede, se non ha avuto l’occasione di consultarlo, sicuro che stimolerà la loro curiosità . Chi vuole potrà commentarli, apportando dei contributi. Per alcuni saranno anche cose scontate, ma la metodologia di Piketty, che analizza lo sviluppo sociale ed economico storicamente e cristallizza, contestualizzandoli, concetti fondamentali in modo esemplare, indicando elementi originali di per superare l’ipercapitalismo.

Thomas Piketty – Capital et Ideologie

Estratti e TUTTI i grafici sono in consultazione su: http://piketty.pse.ens.fr/fr/ideologie

Iniziamo con alcune reazioni al libro :

Articolo de Le Monde di FRÉDÉRIC LEMAÎTRE (PÉKIN, CORRESPONDANT)

Traduzione Italiana

XI JINPING -l’abbiamo imparato di recentemente- aveva apprezzato il precedente libro di Thomas Piketty, Le Capital au XXIe siècle (Seuil, 2013).

In un articolo pubblicato ad agosto da Qiashi, il bimestrale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, si scopre che il segretario generale del partito aveva, nel 2015, indicato all’ufficio politico che l’aumento delle disuguaglianze in Occidente dimostrato dall’economista francese provava la superiorità del “socialismo nella versione cinese”.

Da allora questo libro è stato tradotto in cinese e può essere trovato nelle librerie.

Il successivo, Capitale e ideologia, pubblicato nel 2019 da Seuil, non avrà lo stesso destino. L’editore cinese Citic ha chiesto al signor Piketty di tagliare ventiquattro passaggi. L’economista ha rifiutato e ha richiesto la pubblicazione dell’opera nella sua interezza. Il saggio quindi non sarà pubblicato da questo editore, una sussidiaria di un fondo di investimento pubblico cinese, né da nessun altro, in quanto sembra ovvio che nessuno otterrà il permesso di pubblicare il libro nella sua interezza. La Cina occupa solo 35 pagine su 1.198, ma dove l’autore non risparmia le sue critiche.

Estratti contestati dalla Cina:

“Il fatto che il postcomunismo (nella sua variante russa come nella sua versione cinese, così come in una certa misura nella sua variante dell’Europa orientale) sia diventato all’inizio del 21 ° secolo secolo, il miglior alleato dell’ipercapitalismo, è la diretta conseguenza dei disastri comunisti, stalinisti e maoisti e la conseguenza dell’abbandono di tutte le ambizione egualitarie e internazionaliste ”(pagina 22).

“Alla fine degli anni 2010, a giudicare dalla quota del reddito nazionale che va al 10% più ricco e al 50% più povero, la disuguaglianza in Cina  è leggermente inferiore agli Stati Uniti, ma è decisamente superiore dell’Europa, mentre all’inizio degli anni Ottanta era la più egualitaria delle tre regioni-continenti ”(pagina 718).

“All’inizio del 21 ° secolo, ci troviamo in una situazione eminentemente paradossale: un miliardario asiatico che vorrebbe poter trasmettere la sua ricchezza senza alcuna tassa farebbe bene a venire a stabilirsi nella Cina comunista “(pagina 723).

E, infine, questa conclusione:

“Possiamo (…) dubitare che si possa regolare efficacemente le disuguaglianze in un paese di 1,3 miliardi di persone semplicemente ricorrendo a denunce e imprigionamenti, tutto questo senza alcuna forma di registrazione e tassazione sistematica dei patrimoni e delle successioni, e impedendo a giornalisti, cittadini e sindacati di sviluppare una capacità autonoma di indagine e partecipazione, magari arrestando chi si interessa troppo alle fortune accumulate da chi è vicino al potere.

Non c’è alcuna garanzia che il regime cinese riesca ad evitare uno sviluppo cleptocratico in stile russo ”(pagina 726).

– Il signor Piketty si rammarica, in uno scambio di e-mail con Le Monde, che il regime cinese “si sottragga al dialogo e rifiuti le critiche”. Il contrario sarebbe stato a dir poco sorprendente. Capitale e ideologia sarà tuttavia tradotto in cinese tradizionale a Taiwan e dovrebbe essere pubblicato anche a Hong Kong.

  FRÉDÉRIC LEMAÎTRE. (PECHINO, CORRISPONDENTE)

PASSAGGI INTERESSANTI – Analisi storiche

Pag 71

Europa: Società ternarie

Struttura della cristianità medievale  : Clero, nobiltà, terzo stato

Ordine tridimensionale:

Il primo con un racconto delle origini e del divenire della comunità (appartenenza e perpetrazione).

Il secondo offrendo un organizzazione per regolare il campo della violenza legittima e assicurare la sicurezza delle persone e dei beni.

L’adesione del terzo deriva dal timore di perdere tutto opponendosi al sistema cosi definito, e cercando una alternativa che presenta incognite e rischi.

India: società quaternaria

Bramini : Clero

Khatriya : Guerrieri: ordine e sicurezza delle comunità

Vaishya : Agricoltori, artigiani e commercianti

Shudra : Lavoratori generici al servizio delle altre caste che si sottomettono per la promessa della reincarnazione, dopo la morte, in una casta superiore.

Nei due ultimi casi la frontiera tra i gruppi é labile e si tratta di approssimazioni.

Nelle stratificazioni indicate é difficile definire i contorni esatti di ogni strato sociale.

Pag 127

Trasformazione delle società ternarie in società di proprietari XVIII-XIX secolo.

Con la rivoluzione francese cessa il sistema feudale e si determina una trasformazione accelerata dell’antica società ternaria. 

L’invenzione della proprietà moderna

Oltre alla confisca e nazionalizzazione tutti i beni religiosi, quelli della corona ed i beni della nobiltà furono messi all’asta e la proprietà signorile, fu abolita.

I contadini divennero i proprietari, versando in alcuni casi compensazioni.

In altri casi, quando si constatava un’origine contrattuale con forme di pagamento in natura o via corvo di lavoro, la proprietà fu conservata, eliminando comunque i privilegi e riducendoli unicamente a una forma di affitto.

I mulini, forni e frantoi rimasero di proprietà dei costruttori, sempre nobili, creando però così dei monopoli.

Nei fatti i legislatori rivoluzionari erano spesso dei borghesi proprietari o cittadini benestanti al contrario delle masse della popolazione. Si opposero alle proposte di una tassazione fortemente proporzionale per la trasmissione della proprietà e questo determinerà una concentrazione della proprietà nel secolo successivo fino ai primi del 900.

Nella necessità di tassare i trasferimenti di proprietà, si impose la necessità di un registro fondiario e questo diede origine alla proprietà privata, ovvero alla società di proprietari.

La nuova società nasce su principi di eguaglianza, sul rinnovamento delle élite, ma sulla questione della ridistribuzione della proprietà e dell’accesso alla proprietà si riscontra un fallimento degli ideali rivoluzionari.

Pag 245

La schiavitù ed il colonialismo

Il ruolo centrale giocato dalla prima guerra mondiale e dalla rivoluzione bolscevica nella riduzione della diseguaglianza.

Storicamente in tutte le società i cambiamenti epocali avvengono unicamente nello stravolgimento completo dei rapporti di forza, quasi sempre con la violenza unitamente ad una mobilitazione sociale e sindacale  che permette l’inversione.

La tassazione dei reddito e la sicurezza sociale sono state imposte a dei gruppi sociale e alle elites che non le osteggiavano.

La riduzione delle diseguaglianze non é mai stata la conseguenza delle socialismo elettorale, delle elezioni e del suffragio universale. I grandi cambiamenti  non si sono mai realizzati cosi, ma con la mobilitazione della base.

L’abolizione della schiavitù non é stata decisa dai generali nordisti o da intellettuali liberali ma é dipesa dalla rivolta sanguinosa degli schiavi di Haiti, contro il regime coloniale francese che si concluse nel 1804 con l’indipendenza della colonia. L’insorgere di nuovi focolai di rivolte di schiavi, repressi violentemente, e la minaccia che si propagasse altrove sul continente americano, obbliga i britannici nel 1833 a cedere alla pressione di abolire la schiavitù, ma accordando ai proprietari di schiavi delle compensazioni, monetarie e finanziarie, MIRABOLANTI che

hanno creato un debito pubblico corrispondente al 40% del budget statale del Regno Unito, tanto che lo stato ha dovuto finanziarsi presso la Rothschild banking Syndacate emettendo obbligazioni e ha proseguito i rimborsi fino al… 2015 ! (Yes, Yes! NdR).

Si può dedurre che le compensazioni agli schiavisti sono stati pagati per 180 anni con gli introiti fiscali dei contribuenti Inglesi.

Ref. Articolo su The Guardian Weekly del 16/10/20. Autore Kris Manjapra , storico del colonialismo alla Tufts University (Massachusetts).

Gli schiavisti hanno ricevuto compensazioni, per il « capitale » perso, ma nessuno degli schiavi affrancati ha ricevuto compensazione per il lavoro gratuito fornito per decenni, senza contare i maltrattamenti, le violenze ecc. 

Anche nel caso di Haiti gli schiavisti si sono visti riconoscere compensazioni, per l’abolizione della schiavitù.

Se ne 1825 la Francia aveva infine accettato di riconoscere l’indipendenza di Haiti, e nel 1862 il riconoscimento come Stato, é solo dopo un esoso e innaturale risarcimento di 150 milioni di franchi in oro, come compensazione agli schiavisti per le piantagioni espropriate dagli schiavi durante la rivoluzionei (corrispondono a 40MLD di€ di oggi).

Il governo di Port au Prince non aveva scelta perché soggetto all’embargo imposto dalla flotta francese ed al rischio di occupazione dell’isola. 

Tra rimborsi, trattative, ristrutturazioni, parziali cancellazioni al momento di catastrofi e crisi sanitarie, Haiti si é trascinata il debito per più di un secolo. Lo stato francese ha considerato estinto e rimborsato il debito nel…1950! (Yes!Yes! NdR)

E la lezione inflitta ad Haiti, paese che per primo aveva preso sul serio il messaggio di emancipazione della rivoluzione francese.

MAI si prenderà in conto di indennizzare gli schiavi, concedendo loro, ad esempio, porzioni della terra che avevano coltivato gratuitamente per generazioni. Sempre si é cercato di soddisfare le pretese dei proprietari di schiavi, che oltre ad indennizzi ottenevano persino una forma di lavoro obbligatorio a compensazione della  liberazione, con compensi modestissimi; una forma mascherata di lavoro forzato, come stabilito nella legge di abolizione della schiavitù del 1848 , come alla Reunion.

Pagina 267-268

Debito morale verso chi ha subito lo schiavismo.

La ricchezza accumulata dagli stati e le fortune familiari degli schiavisti sono ingenti. Per molti sono state la base per una oggi consolidata ricchezza finanziaria e immobiliare.

Ma non si accetta assolutamente di prender in conto di indennizzare gli stati e le popolazioni che hanno subito la schiavitù. 

Chi rifiuta di prendere in esame riparazioni verso questi ultimi, disconosce il fatto che si sono state riconosciute riparazioni -intergenarazionali- alle spoliazioni di famiglie di ebrei, alle espropriazioni dei regimi comunisti dei paesi dell’Est, agli internati giapponesi-americani della Seconda guerra mondiale.

Pag. 273

Abietta é la cancellazione dell’articolo 5 della legge del 2001, che stabiliva il principio di riparazione, legge che riconosce la tratta e la schiavitù come crimine contro l’umanità. Negli USA alcuni gruppi finanziari che sono stati coinvolti ai quei tempi nel traffico di schiavi, hanno fatto ammenda creando borse di studio per cittadini afroamericani. Un’elemosina.

Tra pagina 303 e pagina 673, Piketty indaga le società coloniali in India e in Asia, e le grandi trasformazioni del XX° secolo: socialdemocrazia, comunismo e post comunismo, ipercapitalismo.

Pag 689

Come superare l’ipercapitalismo

Partendo dalle esperienze positive e negative del XX° secolo, si prospetta un socialismo partecipativo ed una proprietà temporanea e condivisa per oltrepassare i modelli del comunismo e del capitalismo.

Pag 690

I bisogni umani fondamentali sono alquanto omogenei e di numero ridotto: nutrirsi, vestirsi, educarsi, la salute, avere un tetto.

Questi possono essere soddisfatti e pianificati da un organizzazione centralizzata.

Ma bisogna articolare la visione dell’eguaglianza accettando serenamente che esistono differenze legittime e multiple tra gli individui in termini di aspirazioni e d’informazione che  hanno la loro importanza nell’organizzazione socio economica di un paese.

Pag 691

Solo un organizzazione decentrata può permettere che queste aspirazioni, legittime, possano esprimersi; che lo spirito di iniziativa degli individui, i bisogni culturali, lo scambio di esperienze possano emergere.

Pag 711

Cina odierna

Sistema di registrazione della residenza e controllo della mobilità. Permesso di residenza rurale ed urbano.

Rurale: possiede la proprietà di terra agricola che coltiva (Hucou). Se domanda di trasferirsi in città, permanentemente, perde la proprietà agricola; non può rivenderla anche se il valore é aumentato. Le terre sono ridistribuite (Proprietà temporanea: la terra gli era stata assegnata e ritorna alla collettività).

Pag 718

Alla fine degli anni 2010, a giudicare dalla quota del reddito nazionale che va al 10% più ricco e al 50% più povero, la disuguaglianza in Cina  è leggermente inferiore agli Stati Uniti, ma è decisamente superiore dell’Europa, mentre all’inizio degli anni Ottanta era la più egualitaria delle tre regioni-continenti.

Pag 723

All’inizio del 21 ° secolo, ci troviamo in una situazione eminentemente paradossale: un miliardario asiatico che vorrebbe poter trasmettere la sua ricchezza senza alcuna tassa farebbe bene a venire a stabilirsi nella Cina comunista.

Pag 726

Possiamo (…) dubitare che si possa regolare efficacemente le disuguaglianze in un paese di 1,3 miliardi di persone semplicemente ricorrendo a denunce e imprigionamenti, tutto questo senza alcuna forma di registrazione e tassazione sistematica dei patrimoni e delle successioni, e impedendo a giornalisti, cittadini e sindacati di sviluppare una capacità autonoma di indagine e partecipazione, magari arrestando chi si interessa troppo alle fortune accumulate da chi è vicino al potere. Non c’è alcuna garanzia che il regime cinese riesca ad evitare uno sviluppo cleptocratico in stile russo.

Pag 755-756

L’opacità economica e finanziaria

Nell’epoca dell’informatica e dei Big Data si constata un rifiuto delle autorità statali e dei loro istituti statistici a elaborare analisi concernenti la diseguaglianza e la sua origine, per porvi rimedio a cominciare dai problemi che ne derivano, cominciando dall’ emergenza climatica che innescherebbe il cambiamento.

Pag 770-771

La trasparenza fiscale permetterebbe di collegare la questione della diseguaglianza alla trasformazione dello stato, via una mobilitazione politica.

La libera circolazione dei capitali, accentuata dall’assenza di uniformità fiscale con regimi fiscali derogatori per il rendimento dei capitali, impedisce di individuare i possessori di capitale.

Per misurare il benessere di un paese é più utile la nozione di REDDITO NAZIONALE per abitante che quella di PIB.

Il primo é uguale al PIB, detratto del deprezzamento del capitale fisso, sommando o detraendo i redditi provenienti o distribuiti all’estero ( remunerazione di capitale). Considera anche la spesa pubblica in educazione, sanità, sicurezza.

Il PIB non considera ne calcolo il consumo di capitale fisso e naturale.

Pag 776-777 (vedere foto grafico 13.7)

Diseguaglianza delle emissioni carbonio tra paesi e tra individui

Considerare i danni provocati e quelli subiti.

Emissioni dirette: Trasporti, elettricità e riscaldamento individuali.

Emissioni indirette: Consumo di beni considerando le emissioni per la loro produzione e trasporto.

Le emissioni medie mondiali individuali sono calcolate in 6,2 T di CO2/anno (dati COP 21 Parigi nel 2015).

USA 57% emissioni individuali – Stile di vita energivoro, abitazioni spaziose, auto inquinanti.

Una responsabilità oggettiva per i disastri climatici (insieme a Europa e Cina) che non sarebbe illogico che i paesi che ne subiscono le conseguenze, possano chiedere risarcimenti per i disastri sopportati.

La COP 21 calcolava una tassa carbonio di 100$ a T di CO2 fino al 2030, quando si prospetterebbe la neutralità carbonio nelle emissioni: Emetto tanto carbonio, quanto il il ciclo naturale può assorbire.

Una tassa carbonio generalizzata é ingiusta. Intanto gli stati raramente utilizzano gli introiti per combattere il riscaldamento climatico, ma lo dirottano ad altre priorità finanziarie.

Poi crea una sperequazione tra redditi bassi ed altri.

Un famiglia con reddito modesto che abita un’abitazione mal isolata, usa l’auto per recarsi al lavoro é penalizzata rispetto ad una famiglia con alto reddito che ha i mezzi di operare un buon isolamento dell’abitazione (usando persino deduzioni d’imposta), permettendosi un’auto elettrica (acquistata con importanti bonus per riconversione ecologica).

Si potrebbe certo esentare coloro che mantengono le emissioni al disotto della media mondiale e tassare di 100$ le emissioni fino a 2,3 volte la media, poi 500$ fino a 9,1 volte la media e cosi via. (Vedi tav. 13/7).

Ma non si può definire una strategia per combattere il riscaldamento climatico senza considerare la questione della giustizia sociale e fiscale. Senza prendere in conto la diseguaglianza si rischia un’incomprensione totale ed un blocco delle politiche climatiche, come accadde con i Gilets Jaunes.

Necessità di un catasto finanziario pubblico – Stop alla concorrenza fiscale – Necessità di una fiscalità comune nella UE.

Scandalo LuxLeaks e J.C. Junker: dumping fiscale, opacità finanziaria e sifonaggio delle imposte fiscali dei paesi membri.

Fiscalità vantaggiosa per le società del GAFAM in paesi come l’Irlanda e l’Olanda.

Pag 993

Sinistra “Brahmane” : Partito dei più diplomati – Destra mercantile : Partito dai redditi e patrimoni più elevati.

Nei loro programmi  le politiche sociali e fiscali della sinistra non si distinguono più con quelle della destra e la ridistribuzione  e la lotta alle diseguaglianze, quando é intrapresa, é limitata allo Stato-Nazione. Le politiche di liberalizzazioni generalizzate degli anni 90 con flussi di capitali non identificati e senza una politica fiscale comune, hanno contribuito ad aumentare la concentrazione di patrimonio e le diseguaglianze.

Ma la concorrenza sociale e fiscale provocata dalla globalizzazione, mette in concorrenza gli Stati Nazione e quello che si rimprovera oggi é la mancanza di forme politiche transnazionali, per un’azione per regolare le forze economiche.

Pag 1111

Elementi per un socialismo partecipativo. Organizzare la società del XXI secolo.

Tutte le società umane hanno bisogno di giustificare la diseguaglianza. La loro storia si struttura intorno alle ideologie che sviluppano per organizzare i rapporti sociali in relazione alla proprietà e alle frontiere, introducendo dispositivi istituzionali complessi e modificabili in base ai rapporti di forza .

Sulla base di esperienze storiche disponibili si può immaginare di superare il sistema capitalistico e impostare un sistema  di socialismo partecipativo, con una prospettiva ugualitaria fondata sulla proprietà sociale, di una giustizia educativa e la condivisione di sapere e di potere.

Elementi fondanti:

Sostituire la nozione di proprietà privata permanente con quella di proprietà temporanea.

Imposta fortemente progressiva sulla successione per permettere una circolazione permanente dei beni e della ricchezza. 

Finanziamento di una dotazione universale di capitale.

Oltre ad una giustizia sociale e fiscale, attuare anche una giustizia climatica.

Come evolverà la società del XXI secolo non lo possiamo sapere e ignoriamo quale forma prenderanno le crisi future, e a quali modelli si ispireranno.

Rimane essenziale ribadire che le ideologie giocheranno un ruolo essenziale nel bene o nel male.

Pag 1113

Una società giusta – Elementi per un dibattito.

E quella che garantisce all’insieme della popolazione l’accesso a beni fondamentali come l’educazione, la salute, il diritto di voto e più generalmente a tutte le varie forme della vita sociale, culturale, economica, civile e politica.

La società giusta organizza le relazioni socio economiche come la proprietà, la ripartizione del reddito e del patrimonio.

Rispetta le aspirazioni individuali e i differenti stili di vita ed estende a tutti le opportunità di sviluppo individuale.

Pag 1115

Le società social democratiche dell’Europa occidentale hanno un bilancio largamente positivo, inficiato pero dai cedimenti al liberalismo del decennio 80-90 ed all’accettazione supina della mondializzazione.

Pag 1117-1120 – Socialismo participativo – Superamento del capitalismo e della proprietà privata.

Proprietarismo: Ideologia politica della difesa assoluta della proprietà privata.

Capitalismo: estensione del proprietarismo all’epoca industriale, alla finanza internazionale e oggi anche all’economia digitale.

Cogestione

Applicata in Germania ed in Svezia dall’inizio degli anni 50. Consiste nel dare ai lavoratori il 50% ( in Germania ed il 33% (in Svezia), del diritto di voto nei consigli di amministrazione, indipendentemente da eventuale partecipazione di capitale.

Questo non é stato concesso, ma conquistato dai lavoratori con lotte che hanno stabilito rapporti di forza favorevoli a questa evoluzione.

Nella costituzione tedesca del 1949, alla definizione di proprietà privata viene  aggiunto un elemento di sociale: deve essere subordinata all’interesse generale e del bene della comunità, evitando ogni sacralizzazione.

Il consenso alla cogestione é maggioritario nella società e determina l’implicazione delle maestranze nelle definizioni delle strategia a lungo termine e tempera le politiche a corto termine, sovente nefaste, ambite dagli azionisti e per interessi finanziari.

Si constata che in queste nazioni il modello socio-economico é più produttivo e meno inegalitario che in paesi limitrofi.

E quindi un modello che si può estender da subito, soppiantando anche la regola che lega il diritto di voto con l’apporto di capitale.

Quest’ultima concentrando le decisioni in poche mani, corre il rischio di avvantaggiare minoranze, rischio di errori privandosi del beneficio di una riflessione e decisione collettiva.

Pag 1122

Tassazione progressiva sulla proprietà e circolazione del capitale.

L’estrema concentrazione della proprietà nel periodo 1880-1914 dove il 10% dei più ricchi deteneva l’80-90% della ricchezza non ha portato ad una crescita economica, ma piuttosto alla speculazione finanziaria, contribuiendo a scatenare le tensioni sociali e nazionaliste con le conseguenze che conosciamo.

Erano risorse sottratte a investimenti sociali ed educativi. Risorse recuperate nel secondo dopoguerra, quando la concentrazione del capitale scendeva al 50-60% , e che hanno contribuito ad un modello di sviluppo più equilibrato.

La struttura decisionale della cogestione può e deve evolvere in forme nuove per  superare il capitalismo via la proprietà sociale e condivisione del potere.

… Si sviluppa nelle pagine successive l’analisi della tassazione : imposta annuale sul patrimonio (annuale! NdR) imposta sugli immobili, tassa di successione…

I cittadini sono più propensi ad accettare una tassa annuale sul patrimonio, mentre resta un’ostilità alla tassa sulla successione. Questo perché viene intrattenuta una percezione sbagliata sul peso di quest’ultima. É una diga costituita principalmente dai piccoli proprietari, ai quali é stato istillato il terrore di essere depredati del frutto dei loro sacrifici per una tassazione che essendo progressiva grava relativamente poco sulla trasmissione di prime case, ma permette di ridistribuire significativa ricchezza dalla tassazione sulla trasmissione  ereditaria di grandi fortune.

La tassa annuale sul patrimonio tocca inoltre quelle fortune che oggi si realizzano rapidamente.

L’immensa ricchezza dei nuovi Paperoni, allo stato attuale della fiscalità sarà tassata quando questi avranno 90 anni e trasmetteranno agli eredi il loro patrimonio, da non scontare il fatto che nel frattempo non lo abbiano già, trasferito e mascherato in Holding e Fondazioni (a scopo filantropico, eh Bill? NdR).

Definizione di patrimonio

Il valore globale di asset immobiliare, professionale, finanziario (al netto dei debiti), detenuto o ricevuto in dono o ereditato da una persona.

Definizione di reddito

Il valore globale di reddito da lavoro, come salario, pensione, o da prestazioni di lavoro autonomo, sommato a reddito da capitale, come , dividendi, interessi, profitti, affitti.

Pag 1129

Trittico di imposte “progressive” : Proprietà, Reddito, Eredità

Assegnazione di una dotazione di capitale al raggiungimento del 25° anno di età, finanziata sulla tassazione progressiva della proprietà. Limiterebbe la concentrazione al vertice e diffonderebbe la proprietà.

Questo concetto deriva dalla constatazione che un giovane di 25 anni, quando inizia una vita professionale, se ha una dotazione di capitale, può a scelta, decidere di continuare gli studi, creare la sua società o acquistare un abitazione

La realtà é che un adulto approfitta dell’eredità di un genitore ad un’età sempre di più tardiva, visto la crescente speranza di vita degli anziani, quando i progetti di vita sono già realizzati.

Sarebbe un eccellente volano per dinamizzare la società e l’economia.

Sarebbe comunque un imposta progressiva. Progressiva ! con tassi  fino al 90% per gli scaglioni superiori a 10mila volte il patrimonio medio. Non sono considerazioni utopiche.

Sono tassi applicati storicamente in paesi come gli USA e UK, in periodi diversi tra il 1930 e il 1980, periodi che risultano i più dinamici, mai riscontrati in termine di crescita economica.

Inoltre metterebbero fine alle remunerazioni astronomiche di certi CEO, presidenti, commissari, ecc. 

Vedi grafico: La circulation de la propriété e l’impôt progressif: 17.1 dove si riscontra che l’intervallo tar il salario minimo e massimo si riduce favorendo una migliore ripartizione nei medi e bassi salari.

Pag 1138

Verso una proprietà sociale et temporanea.

L’accumulo di ricchezza é un processo che dipende dall’usufrutto di infrastrutture pubbliche, (come sistema educativo, legale e fiscale), dalla divisione del lavoro e dallo sfuttamento di conoscenze accumulate dall’umanità nei secoli dei secoli.

In queste condizione é plausibile che chi ha accumulato importanti patrimoni, ne restituiscano annualmente una porzione alla comunità. Questo rende la proprietà temporanea e non permanente.

Nel XX secolo, i periodi economici di forte tassazione progressiva andavano di pari passo con una crescita più rapida, ed era anche elemento costitutivo di una più importante uguaglianza socio-educativa (che crea consenso NdR).

Pag 1140-41

Trasparenza patrimoniale e progressività fiscale

Da istituire idealmente in ambito internazionale, ma ogni paese potrebbe farlo rapidamente al suo interno e pretendere reciprocità dagli altri.

Abbiamo recentemente riscontrato che paesi come gli Usa quando hanno la volontà politica di fare rispettare le loro leggi ed applicarle a paesi con legislazioni fiscali di favore, riescono a sanzionarli pesantemente. Ricordare le multe miliardarie alle banche svizzere e la frode per trasgressione ai regolamenti delle emissioni diesel di Volkswagen? Multe miliardarie !

Tutti i cittadini statunitensi, ovunque risiedano nel mondo sono imponibili dal fisco americano.

Se un cittadino statunitense vuole rinunciare alla cittadinanza per sottrarsi a quelle regole, paga una exit tax del 40% su tutti gli attivi detenuti.

É un esempio importante.

Non c’é fatalità. La resistenza a queste soluzioni é ideologica. Attualizzarle é una decisione politica.

Pag 1156

Tassazione progressiva delle emissioni CO2

Molti fattori inducono a collegare il fenomeno del riscaldamento globale con quello della disuguaglianza.

Dati statistici inconfutabili indicano ad esempio che anche nei paesi occidentali esiste una discrepanza abnorme tra le emissioni del 50% della popolazione e l’1% dei più ricchi che emettono fino a 9 volte più delle media. E all’interno di quell’1% ci sono quelli che emettono ben più di 9 volte. Vedi Tabella 13.7 Repartition mondiale des emissions carbone(2010-18).

Le emissioni sono fortemente concentrate (tab 13.7) nel gruppo di individui ad alto reddito e grandi patrimoni nei paesi più ricchi del mondo , USA in primo luogo, poi Europa, Canada, Australia.

Per ottenere un’accettazione sociale di una tassa carbonio, questa deve passare per norme di giustizia sociale. Le categorie modeste che hanno emissioni ridotte, non accetteranno sacrifici se le categorie privilegiate non diminuiranno sensibilmente le loro emissioni.

La tassa riscossa poi dovrebbe essere utilizzata principalmente per il finanziamento della transizione energetica, ma anche per compensare le categorie più modeste .

Pag 1158

Tassa carbonio

É un’esternalità rispetto alla fiscalità generale. Cioè corrisponde agli effetti esterni indesiderabili che la consumazione di un bene o di un servizio produce a scapito degli altri individui, notoriamente l’inquinamento e l’emissione di gas ad effetto serra. Sarebbe giustizia climatica che chi, per un tenore di vita eccessivamente energivoro emette un volume di CO2oltre la media, compensi chi subisce i danni del suo stile di vita.

NdR L’urgenza climatica ci dovrebbe indurre a stoppare le emissioni di CO2 a dei valori in equilibrio con la capacità di assorbimento dell’ecosistema, terra, mare, foreste,
Tutto quello emesso in più, determina l’effetto serra che contribuisce al riscaldamento del pianeta. Se saranno implementati gli impegni dei vari paesi alla COP 21, per mantener a meno di 2°C l’innalzamento della temperatura, le emissioni previste per il 2020 spazieranno tra i livelli di 52 e 56 Gt/CO2 eq. Se sul pianeta abbiamo un destino comune, sarebbe logico e giusto stabilire un capitale carbonio per abitante calcolato dividendo il volume di emissioni massime per la popolazione mondiale: 56 Gt / 7,7 Mld. Fa circa 7 T/CO2 eq. 5 (NdR: la media calcolata alla COP 21 di Parigi nel 2015 era di 6,2 T di CO2/eq. anno. Le emissioni aumentano e tutti i paesi chiedono deroghe).

La soluzione che prevede una carta carbonio individuale, assegnando una quota unica di 5-10 T di Carbonio che permetterebbe ai più poveri con emissioni basse di rivendere parte della loro quota, comporta degli inconvenienti.

Sarebbe ammettere che i più ricchi avrebbero carta bianca per continuare ad inquinare e emette gas ad effetto serra, potendo acquistare quote dai più poveri.

Inoltre il mercato delle quote potrebbe essere manipolato.

Ma contemporaneamente sarebbe un grande vantaggio per gli abitanti dei paesi in via di sviluppo che emettendo poco, potrebbero rivendere le loro quote e migliorare la loro esistenza in maniera consistente, rispetto alle abitazioni, l’accesso all’educazione, alla salute, all’acqua.

Una soluzione più equa consiste nella tassazione progressiva: le prime 5 T di CO2, poco o niente tassate, le 10 ulteriori ad un tasso superiore e cosi via, fino ad un massimo oltre il quale scattano sanzioni pecuniarie dissuasive.

La misura delle emissione in caso di servizi, trasporti, energia é disponibile e implementabile rapidamente. Esitono tabelle per tutti i prodotti di consumo e sono in ogni caso facilmente calcolabili.

É importante acquisire la consapevolezza dell’impatto di ogni attività quotidiana in termini di impronta carbone e della capacità e motivazione a ridurre le emissioni individuali e della propria comunità su basi organizzative.

Sul sito delle Nazioni Unite:

https://offset.climateneutralnow.org/footprintcalc in tre lingue

Si può calcolare la propria impronta carbonio ed in attesa di un progetto internazionale di capitale carbonio individuale, effettuare una compensazione, finanziando progetti in paesi in via di sviluppo, con bassissime emissioni, ma che subiscono le conseguenze delle emissioni dei paesi sviluppati.

Una democrazia giusta

Qualche decennio fa, si considerava che le istituzioni politiche delle società occidentali avessero raggiunto una perfezione insuperabile sotto la forma di democrazia  elettorale e parlamentare. É un modello sempre di più contestato.

Finanziamento della politica

Un buono per l’uguaglianza democratica (tipo 8/°°° in Italia). Un importo di una somma identica per ogni continuabile da versare al momento della dichiarazione dei redditi al partito prescelto. In Francia i doni ai partiti sono limitati a 7500€, con detrazione fiscale del 66%. Questo favorisce le persone ad alto reddito che finanziano partiti conservatori.

Pag 1180

Giustizia transnazionale

Assemblea transnazionale

Passa per la rifondazione social-federalista della costruzione europea.

Unificazione fiscale e legislativa

Pag. 1191 Conclusione

L’ideologia della mondializzazione, come si é sviluppata a partire dagli anni 80-90 é attualmente in crisi ed in fase di ridefinizione.

La classe media e quella popolare stanno sviluppando un rifiuto del liberismo economico senza limiti che li impoverisce, con sempre di più nazioni che fanno dumping fiscale e sociale, una concorrenza di tutti contro tutti. Dove tutti perdono salvo il capitalismo.

Sono riscontrabili tensioni per il ritorno ad ideologie nazionaliste ed identitarie per saldare in maniera autoritaria il corpo sociale contro minoranze ed immigrati.

Questo sta producendo un grave disordine sociale, economico con profonda crisi dei partiti e dei movimenti progressisti.

Le contraddizioni dell’attuale sistema possono essere risolte solo con lo sviluppo di un vero socialismo partecipativo internazionale, di un social-federalismo che strutturi una nuova organizzazione dell’economia-mondo.

Nella storia dei regimi abbiamo descritto tutto il repertorio politico-ideologico per giustificare e strutturare la diseguaglianza a partire dalle società ternarie, dallo schiavismo e colonialismo fino alle società postcoloniali e ipercapitaliste moderne.

La storia di tutte le società é sempre stata lotta tra ideologie. Per i progressisti una lotta perb la giustizia e per l’introduzione di dispositivi istituzionali e di processi di organizzazione socio-politica che permettino una reale emancipazione umana e sociale.

È lo scontro tra la logica del corto respiro che affronta solo le urgenze e quella di lungo respiro che anticipa gli eventi.

Gli obiettivi per una nuova forma d’organizzazione della mondializzazione

Regime di proprietà sociale e temporanea, con tassazione fortemente progressiva per ridurre la concentrazione.

Diritto di voto dei lavoratori nelle aziende per la condivisione delle istanze decisionali.

Tassazione progressiva sul reddito

Regolamento e tassazione delle emissioni di CO2 che permette contrastare il riscaldamento planetario e di ridurre la diseguaglianza tra gli individui per finanziare la transizione ecologica e un eguale accesso all’educazione.

Contrasto alla mondializzazione 

Trattati di co-sviluppo con al centro obiettivi di giustizia sociale, fiscale e climatica.

Ridefinizione del quadro legale con uscita da trattati come la libera circolazione dei capitali, da sostituire con nuove regole che applichino la trasparenza finanziaria, la cooperazione fiscale e la democrazia transnazionale.

Superamento dello Stato-Nazione.

Possono sembrare soluzioni radicali, ma siamo confortati da esempi chiari nella storia recente, come la creazione dello stato sociale all’inizio del secolo e dopo la seconda guerra mondiale, come la cogestione in Germania ed altri paesi del nord e le conquiste dei movimenti del 68.

La rivoluzione conservatrice degli anni 80 e la caduta del comunismo hanno interrotto il processo introducendo una fede illimitata sul “mercato” ed una sacralizzazione della proprietà privata. 

Nel testo Piketty si scusa de brasser large, nelle sue ricerche e nella redazione ed é cosciente che alcuni temi non siano stati sviluppati sufficentemente e chiede agli specialisti di intervenire, di contribuire e di apportare la loro conoscenza.

Fa la lista dei ricercatori nel settore delle scienze sociali e altre discipline con i quali ha interferito e collaborato.

Il racconto della conoscenza economica é eccessivamente centrato sulla tecnica e la complessità della sfera economica.

Storici, sociologhi, filosofi e politici hanno lasciato agli economisti lo studio dell’economia. Invece gli studi economici dovrebbero, come in questo libro, considerare tutte le scienze sociali.

Rimprovera ai giornalisti e ai cittadini di inclinarsi troppo spesso di fronte alle tesi economiche di una infima casta di esperti, senza considerare salario, profitto, tassazione e debito, commercio e capitale.

Il progresso della comprensione della realtà e la presa di decisioni collettiva deve essere fondata su il ragionamento, l’esperienza di tutti.

Obiettivo di questo libro?

Contribuire al riappropriarsi dei cittadini del sapere storico ed economico. 

Tabelle

4 pensieri su “Meno male che c’é Piketty

  1. Utilissimo elenco di punti da tenere sempre presenti nelle nostre considerazioni che spesso risultano troppo frammentate; inoltre il rammentare alcune soluzioni in essere o poco valutate, es. condivisione delle scelte aziendali o la progressività della tassazione fino a poco tempo fa pur presente in nazioni economicamente avanzate e ora considerate “obsolete e nocive al progresso”, tolgono ogni sfumatura utopica ad alcune ipotesi di cambiamento colorandole al contrario di possibilità.
    Grazie

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  2. Antonio Padellaro sul Fatto del 24/04. Commentando il negazionismo di alcuni personaggi leghisti, cita che nel 2020 i decessi Covid degli anziani “ha permesso all’Inps di risparmiare nel 2020 qualcosa come 11,9 miliardi “…
    Bene
    Perché non realizzare con questo “tesoretto” dell’Inps, un fondo di sostegno ai giovani dei quali si ha ha tanta compassione senza prospettare un singolo provvedimento?
    Andrebbe nel senso delle proposte di Piketty (economista e redattore de”Capitale e Ideologia”)
    di dotare al raggiungimento dei 25 anni ogni giovane di un capitale per entrare nella vita lavorativa.
    E non una tantum :
    i 11,9 miliardi l’INPS li risparmierà per alcuni anni!

    Hai mai sentito uno tra i “migliori” prospettare questa soluzione?
    Non possono, non è nel loro DNA.
    Si sciacquano la bocca con definizioni come ” Solidarietà intergenerazionale” immaginando di tassare le pensioni e i redditi di lavoro dipendente (certo, anche, certamente!), quando i soldi sono li, disponibili subito!

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  3. Politica USA/Joe Biden
    Forse corro troppo con la fantasia; ma non é che Joe Biden ha letto Capitale e Ideologia di Piketty?
    Le ultime delibere del neo presidente:
    Riforma fiscalità delle imprese: Aliquota minima globale del 21% e tassazione nel paese dove viene prodotto il reddito. Globale significa che l’Europa è invitata ad allinearsi…
    Aumento della tassazione dal 10,5 al 21% dei redditi societari prodotti all’estero e società straniere negli USA.
    Allo studio l’eliminezioni delle nicchie fiscali.
    Minium Wage:15$/ora, for all fédéral contractons (circa 4 milioni di lavoratori del pubblico impiego).
    I privati dovranno allinearsi perché il salario minimo é a 7$25 invariato da 10 anni.
    1800 MLD di $ (miliardi ovvero 1,8 trilioni di $): Restored Child care program and free tuition (Programma per l’infanzia e college gratuito.
    Ricordiamo che un universitario americano si indebita per « decenni » per pagarsi l’università.
    Congedo maternità (si, si…non c’era).
    Dati da un articolo di Alessandro Penati – Domani 01/05/21

    Vediamo se qualche John Biden « denoatri » salirá sul pulpito a predicare la buona novella !

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