Capitale carbonio individuale: Una modesta proposta

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PREAMBOLO

Siamo su di un pianeta in emergenza climatica, con un accelerazione drammatica dell’aumento della temperatura, che rischia di andare oltre i parametri proposti ed accettati dai paesi industrializzati alla Cop 21 di Parigi del 2015.

Con 1,5°C di riscaldamento globale, ci si attende un incremento del numero di ondate di calore, stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi. Con un riscaldamento globale di 2°C, gli estremi di calore raggiungerebbero più spesso soglie di tolleranza critiche per l’agricoltura e la salute. A distanza di 8 anni abbiamo la desolante costatazione che i paesi firmatari dell’accordo non riescono a rispettare gli impegni presi.

Il IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), produce decine di rapporti allarmanti senza che alcun paese industrializzato ne prenda seriamente atto se non a parole. Si ha l’inquietante impressione che i sistemi politici aspettino un evento catastrofico per imporre in maniera antidemocratica misure coercitive, che sicuramente incideranno maggiormente sulla vita dei meno abbienti, certamente sacrificando una porzione della popolazione. Già con la pandemia in corso si sono viste le avvisaglie. È il momento delle alleanze. Il movimento per il clima non può pensare di farcela da solo. Ogni altro pezzo della società che può essere interessato deve essere coinvolto.

Il clima non deve più essere il problema dei giovani.

ANALISI

Siamo su di un pianeta in emergenza climatica, dove l’ecosistema ha una capacità di assorbire una quantità limitata di CO2, dovuto all’insieme delle emissioni, antropiche e non, e dove nel 2015 l’eccedente all’origine dell’effetto serra era di circa 35 miliardi di T (indicate anche in 35 Gt). Siccome i vari paesi alla COP 21, facevano fatica a ridurre le emissioni nei modi e nei tempi concordati per mantener a meno di 2°C l’innalzamento della temperatura, l’ICPP fece una proiezione per il 2022 delle emissioni eccedenti la capacità di assorbimento dell’ecosistema prevedendo emissioni tra 52 e 56 GtCO2eq./anno. L’ultimo rapporto Dell’IPCC dell’Aprile 2022, attesta che la media di emissioni di gas serra tra il 2010 ed il2019 é stata di 56 GtCO2eq./anno. Siamo nel 2022 e gli effetti disastrosi sul clima, incendi, siccità, e sicurezza alimentare, li stiamo costatando tutti

Oggi la diseguaglianza climatica é intollerabile.

I paesi che emettono più gas serra sono quelli che meno ne subiscono le conseguenze.

I dati dal sito OURWORLDINDATA – Per capita CO2 emissions (Table): https://ourworldindata.org/co2-emissions

Emissioni pro capite per nazioni nel 2020 (in T di CO2eq./anno

  • Paesi petroliferi oltre 20, con punte di 30
  • Australia 15,37
  • USA 14,24
  • -Media G20 11,0
  • Russia 10,81
  • Germania 7,69
  • Cina 7,41
  • -Media Europa 5,9
  • Italia 5,02
  • Francia 4,24
  • Brasile 2,2
  • India 1,77
  • Bangladesh 0,56
  • Paesi africani 0,…Molti dei quali 0,0..
  • Polinesia 0,…

Avendo ogni abitante della terra un destino comune ma una responsabilità individuale, partiamo dal presupposto che, nei limiti del volume di emissioni sostenibili dal pianeta per stabilizzarsi secondo gli impegni della COP21, ogni essere umano abbia il diritto ad emettere una identica quantità di CO2, per produrre cibo, per spostarsi e per le altre necessità della sua esistenza.

Chi potrebbe contestare e non sottomettersi a questa regola?

Chi potrebbe pretendere di consumare più “pianeta” di un altro solo perché ha accumulato ricchezza, o perché detiene il potere di decidere per gli altri?

Questa presa di coscienza ha un’implicazione fortemente democratica, che permetterà inoltre la sopravvivenza degli esseri viventi, umani e non. Ogni essere umano è responsabile in proporzioni diverse dell’emergenza climatica, a causa della sua attività e dei suoi consumi. Dall’elenco delle emissioni pro capite questo elemento e evidente. Il capitale carbonio, calcolato annualmente, attribuito ad ogni individuo corrisponderà al totale delle emissioni sostenibili, diviso il numero di abitanti del pianeta.

Qualcuno obietterà che abbiamo già superato certi limiti e che per inerzia il sistema climatico, continuerà a deteriorarsi. Vero. Ma allora non facciamo niente? Non basterà sviluppare future nuove tecnologie o inventate marchingegni miracolosi. L’emergenza climatica è in atto, avanza e danneggia tutti. Cominciamo intanto a stoppare le emissioni a dei valori in equilibrio con la capacità di assorbimento dell’ecosistema, responsabilizzando gli individui e permettendo ad ognuno di gestire la quantità di emissioni assegnate. Ripensare l’economia, ridurre l’utilizzo di combustibili fossili, sviluppare fonti energetiche alternative, sviluppare il risparmio energetico, la sicurezza alimentare, la gestione dell’acqua, sono operazioni urgenti per ridurre le emissioni, unitamente all’azione individuale che non puo essere che complementare. La crisi climatica é una incontestabile realtà e possiamo solo mitigare gli effetti e cercare di adattarci. La limitazione delle emissioni per limitare i danni che derivano dall’effetto serra, diventerà un formidabile motore di cambiamento.

Una conseguenza altrettanto importante dell’assegnazione di un capitale carbonio individuale é che comporterà una ridistribuzione della ricchezza ed una diminuzione delle diseguaglianze. In Italia 49 persone detengono la stessa ricchezza di 18 milioni di italiani -Rapporto Oxfama – Davos 2022.

PROPOSTE

Come si articola: Attribuiamo ai multimilionari, ai CEO delle grandi imprese lo stesso capitale carbonio di un bracciante, contadino, operaio, impiegato, o altro che sia, abitanti del pianeta. I primi se vorranno continuare a vivere in lussuose dimore, spostarsi in aereo di qua e di là del globo, navigare su lussuosi yachts, eccetera, una volta consumato il capitale carbonio assegnato, saranno obbligati ad acquistarne da chi per mancanza di risorse é confinato, per esempio, in quartieri degradati, in bidonville inconcepibili o in villaggi sperduti nella savana ma possiede un capitale carbonio inutilizzato, smisurato rispetto ai loro modesti consumi. Quelli un poco più fortunati, consumeranno il proprio capitale carbone, senza drammatiche privazioni. Non cambierebbe molto nei comportamenti degli individui, ma i più poveri specialmente nei paesi in via di sviluppo, cedendo porzioni del loro capitale carbonio, otterrebbero risorse che permetterebbe loro di mandare i figli a scuola, non obbligandoli a lavorare precocemente, che permetterebbe magari di comprarsi una mucca, delle capre, delle galline e migliorare la loro sussistenza. Acquistare pannelli solari e scavare dei pozzi, e perché no, comprarsi una macchina da cucire, un mezzo di locomozione, un forno ed iniziare un’attività commerciale. Nelle zone urbanizzate, poi, il potenziale e la creatività delle giovani generazioni dei “ghetti” é grandissimo. Sono menti sveglie, abituate ad arrangiarsi, ad anticipare per sopravvivere. Basta vedere da dove provengono le innovazioni e i protagonisti degli ultimi 20 anni, nella musica, nell’arte, nella moda, nello sport. Con una rapidità insospettabile, avremmo un mondo più giusto, un’umanità solidale e meno conflittuale, con un progetto comune: conservare e migliorare il vivente. Tutto il resto cambierebbe, ma con attività sostenibili, con una terra in equilibrio tra le emissioni di CO2 e la capacità di assorbimento dell’ecosistema, delle piante, degli oceani.

I più operano per lasciare ai figli una casa sicura e confortevole,ma non una biosfera sana e un pianeta sicuro.

Per chiarezza

La CO2 é una benedizione; ha fondamentale importanza nei processi vitali di piante ed animali e nel processo di fotosintesi si scinde in ossigeno ed acqua.

E’ cosi che si sono create le condizioni della vita sulla terra!

Ma l’eccessiva concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera provoca il temuto effetto serra con l’innalzamento della temperatura dell’atmosfera. La conseguenza é lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai che determinano l’innalzamento del livello del mare che si somma alla dilatazione termica provocata dall’innalzamento della temperatura che provoca un altro fenomeno nefasto, il rilascio degli oceani dei gas assorbiti, prevalentemente CO2. Le emissioni di gas serra incidono sull’aumento della temperatura dell’atmosfera. Tale relazione fu individuata fino dagli anni ’50 e chiarita maggiormente da molti studi successivi. In particolare l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (WMO) ha evidenziato un costante aumento della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, dal valore di 280 ppm prima della seconda rivoluzione industriale fino al valore record di 407,8 ppm del 2018, mai raggiunto prima negli ultimi 800.000 anni. Ultimo rilevamento del IPCC, Maggio 2020, 420ppm.

STUDIO DI FATTIBILITÁ

Esiste una disuguaglianza ambientale, tra coloro che subiscono i danni ambientali e quelli che li provocano; tra i paesi che col loro alto livello di consumi ed emissioni contribuiscono all’incremento e frequenza degli eventi climatici disastrosi e quelli che in paesi a basse emissioni e consumi, li subiscono. Le politiche climatiche da instaurare a livello nazionale devono tener conto della forte diseguaglianza delle emissione individuali all’interno di un paese e per ottenere un’accettazione sociale di una tassa carbonio, questa deve passare per norme di giustizia sociale.

I danni climatici ammontano a cifre colossali, tra il 5 ed il 20% del PIL mondiale (calcolato in 84.000 MLD di $), cioé tra 4.000MLD di $ e 16.000MLD di$. Una ipotesi per calcolare il capitale carbonio individuale potrebbe essere quella di partire dal valore dei danni ambientali provocati dal cambiamento climatico, rapportato alle emissioni eccedenti la capacità di assorbimento dell’ecosistema. Per esempio se calcoliamo in 10.000 MLD di $ il valore dei danni ambientali( una media tra il 5 e 20% indicato sopra) e lo dividiamo per il volume di emissioni di 56 GtCO2eq. calcolate da IPCC, otteniamo un costo di 178$ la T di CO2.

É una base di partenza per comprendere il concetto.

Di seguito c’é la proposta di Thomas Piketty, insigne economista che nel suo Capitale ed Ideologia, sviluppa ulteriormente il tema e concepisce una proposta, più articolata.

Emissioni individuali di Carbonio

La media mondiale di emissioni individuale é calcolata (COP 21-2015) in 6,2T di CO2/anno (Piketty-Capitale ed Ideologia, diagramma pag 777). Dalla COP 21 è emerso il consiglio di stabilire una tassa di 100$ per T di CO2 emessa, per poter limitare le emissioni con traguardo 2030.(Piketty-Capitale ed Ideologia, diagramma pag 778). Ma per parare alla diseguaglianza e tenere conto del reddito Piketty suggerisce di tassare in % crescenti le emissioni dei singoli. Ad esempio per un totale di emissioni individuali inferiore alla media mondiale, propone l’esenzione. Poi fino a 2,3 volte la media mondiale tassare 100$/T di CO2. Sopra 2,3 volte la media mondiale tassare 500$/T di CO2 , salendo fino a 1000$/T per emissioni 9,1 volte superiori alla media mondiale.

Dati ricavati da Capitale e Ideologia-Thomas Piketty 2017-Bompiani http://piketty.pse.ens.fr/fr/ideologie

I valori di 2,3 volte e 9,1 volte sono cosi descritti: Il 10% della popolazione emette 2,3 volte la media mondiale. L1% della popolazione emette 9,1 volte la media mondiale calcolata in 6,2T/anno.

Stabilito che questi sono dati medi, dobbiamo considerare che, per esempio, all’interno dell’ 1% che emette 9,1 volte la media mondiale ci saranno agli estremi individui che emettono “appena più” di 2,4 volte e altri che emettono una quantità immensamente superiore alla media mondiale. Questi scaglioni permetterebbero una tassazione equa, penalizzando chi con consumi sproporzionati emette quantità colossali di CO2

Il totale delle emissioni nel 2017 erano calcolati in: Popolazione 7,7 MLD X 6,2T/anno= 47,74 GtCO2eq. Oggi siamo a 56 GtCO2eq.

CONCLUSIONE

Nessuna politica riuscirà a lottare efficacemente contro il riscaldamento climatico se non risolverà la questione della giustizia sociale e fiscale. Solo una vera lotta alle disuguaglianze su scala globale potrà condurre ad uno sviluppo sociale equo, presupposto per garantire quella sicurezza che oggi più che mai sentiamo quotidianamente minata. Il Capitale Carbonio individuale é una pista percorribile. L’Europa è chiamata a un ruolo centrale in questa battaglia, ma saprà interpretarlo solo rifondando democraticamente le sue istituzioni e rilanciando il suo modello di integrazione. Ma la transizione ecologica oggi in EU è in realtà solo un grande piano di ristrutturazione del settore industriale supportato dallo Stato, i cui benefici ambientali sono dubbi e quelli sociali inesistenti. Risulta difficile contrastare il negazionismo climatico e l’opera di rimozione effettuata da molti per mantenere inalterati i loro livelli di consumo e di inquinamento per rimanere in una zona di conforto a scapito degli altri. Molti media titubano per inconfessabili motivi di opportunità: proprietà di gruppi industriali, lobby, inserzionisti.

Quanti sanno i dati pubblicati dal sito, @I fly Bernard sulle emissioni di CO2 del solo mese di luglio degli aerei di sei miliardari francesi, basandosi sui dati pubblici del sito statunitense Ads-b-exchange, che monitora il traffico aereo internazionale: 123 ore di volo per 520 tonnellate di CO2, l’equivalente delle emissioni in 52 anni di un francese medio.

Inoltre troppi giornalisti non hanno il livello scientifico sufficiente per analizzare le politiche dell’industria, i progetti, le proposte di soluzioni, semplicemente il bilancio energetico delle straordinarie soluzioni miracolose annunciate da ricercatori.

USA. Per Trump il riscaldamento climatico é un’invenzione per ricattare gli Stati Uniti. E’ il tentativo di combattere sul nascere le istanze che potrebbero immaginare di stabilire sanzione per compensare i danni ambientali subiti da parte di nazioni terze. Una recente ricerca rivela che il frigorifero più venduto presso i magazzini SEARS ha emissioni annue superiori a quelle procapite di un Nigeriano.

Uno dei dibattiti alla COP 27 in Egitto si é concentrato sulla creazione di un Fondo di compensazione per i paese in via di sviluppo, proprio per rispondere a queste scandalo che vede questi paesi subire il 75% dei costi derivati dalla crisi climatica, quando sono responsabili solo del 10% delle emissioni. Aspettiamo di conoscere l’importo di questo fondo e conoscere le modalità d’applicazione.

Riguardo ad una Tassazione Carbonio delle merci, che parte dalla constatazione che 100 gruppi industriali sono responsabili del 75 % delle emissioni, rimando all’interessantissima analisi e alle proposte di Agime Gerbet (Associazione Italiana Economisti Energia):Tassa Carbonio-ImEA (Imposta sulle Emissioni Aggiunte)I fondamenti dell’IMEA sono:

  • 1. Il conteggio puntuale delle emissioni reali per prodotto ovunque sia fabbricato.
  • 2. La tracciabilità delle emissioni.
  • 3. La tassazione indiretta e la neutralità fiscale
  • 4. Compatibilità con il WTO derivante da un approccio non discriminatorio.

Link al documento originale (link sicuro-testato) https://bit.ly/3L1Sks1

Questa proposta sta faticosamente facendosi strada alla commissione europea. Prevista l’applicazione nel 2026 (sic).

FAQ

Una volta assegnato un Capitale Carbonio Individuale (da ora in poi indicato con C.C.), come fare per verificare il suo utilizzo?

L’informatica può facilmente risolvere il problema. Si parte dall’Impronta Carbonio di ogni prodotto o attività (da ora indicata con I.C.). Ogni prodotto alimentare contiene un’impronta carbonio facilmente calcolabile che comprende il dispendio di energia per produrla e trasportala. Ci sono inoltre molti siti che dettagliano la I.C. di ogni attività umana, di ogni prodotto, per ogni mezzo di trasporto.

Per un giorno di crociera, da dati Costa Crociere, si calcolato in 254Kg di CO2eq./giorno di crociera per passeggero. Una crociera di 1 settimana fa 1,78 T di CO2eq.

Un volo A/R Paris-NY, emette circa 1T di CO2eq. per passeggero.

Viaggi in treno. Per un treno ad alta velocità si calcola 2,4 g CO2eq. al Km e per passeggero. Es : Milano-Roma 1,44 Kg di CO2eq. per passeggero

Volo di un elicottero; 157Kg/h di CO2eq. per un elicottero da 2-3 posti, 472Kg/h di CO2eq. per un o da 5-6 posti.

Si può calcolare anche per l’uso di un moto d’acqua, ecc

Un auto avrà all’acquisto una I.C. che tiene conto dei materiali impiegati, dell’energia consumata per produrla, trasportarla ecc. Le emissioni di fabbrica. Comprese le elettriche.

Esempi:

  • 6T CO2eq. Citroen C1 costo 11 000€
  • 12T CO2eq. Yaris ibrida costo to 24 000€
  • 22T CO2eq. Peugeot 5008 base costo 40 000€
  • 25T CO2eq. BMW iX 100% elettrica costo 55 000€.
  • 26T CO2eq. BMW Serie 1 costo 41 890€.
  • 35T CO2eq. Land Rover Discovery. costo 93 000€

Per l’auto le emissioni di fabbrica vanno distribuite sui Km della vita media della stessa. Se si presume una percorrenza media di 200mila Km, una Peugeot 5008 avrà un I.C. di fabbrica di 110g CO2/KM, che si sommerà ai 152g CO2eq./Km per un totale di 263g CO2eq./Km.

La BMW iX 100% elettrica, con la stessa percorrenza avrà un I.C. di fabbrica di 125g CO2eq./Km. Per la ricarica della batteria considerando un mix di produzione energetica, rinnovabile e fossile, si considera intorno ai 50g CO2eq./Km. Totale 175g CO2eq./Km. Chi é che dice Ø emissioni?

Per una percorrenza superiore, si abbassa questo valore. Se subisce un incidente grave e viene rottamata quel valore va alle stelle. Altro inconveniente: un’auto elettrica dopo circa 150mila Km, deve sostituire la batteria, che sul costo dell’auto può arrivare al 60% a seconda dei modelli. 

In dettaglio

Si assegna ad ogni prodotto la sua I.C. e al momento dell’acquisto, con carta di credito o altro sistema tracciabile, mentre si deduce l’importo monetario si deduce anche il valore I.C.

Addebiti ed accrediti si fanno già da parte di compagnie aeree, con i Miles dei viaggi aerei, da parte dei supermercati con la raccolta punti per i regali, sui siti internet e col Cash-back. È una pratica corrente, sicura ed affidabile.

Poi il sistema interbancario farà da tramite allo scambio di C.C.

Ho un surplus di C.C.? lo vendo alla mia banca che lo converte in denaro. Ho esaurito il mio C.C.? acquisto quello che mi serve tramite la mia banca. Per i consumi di carburante, stesso procedimento. Le emissioni per Km si conoscono già e a fine anno si fa il bilancio Carbonio dei Km percorsi e si scala dal proprio C.C. Se lo si supera, si compensa acquistando crediti carbonio. Ma niente panico! Ad esempio, un SUV, uno dei modelli «virtuosi» di oggi, emette mediamente 120grammi di CO2 per Km percorso. Ogni 10mila Km consuma 1,2 T di CO2-eq. del C.C. individuale. Da sommare alla I.C. di fabbrica, 1,1T di CO2-eq.

Ma nei paesi in via di sviluppo questo sarà possibile?

SI, con l’utilizzo del cellulare che ormai é molto diffuso nel mondo. Si calcola che nei paesi africani lo usa oltre l’80% della popolazione e che oltre il 40% della popolazione adulta possiede un conto bancario associato al proprio telefono. Una situazione simile, se non migliore si riscontra in Asia.

In India si paga persino il verdurario con i QR code! Si puó pagare una (1) sigaretta che sono vendute sciolte. Il sistema realizzato dalla National Corporation of India permette già a 260 milioni di utilizzatori di pagare col cellulare. Aderiscono 300 banche ed i principali gestori di applicazioni come Google Pay, Amazon Pay, Apple pay. La soluzione é esportata in 30 paesi. E noi siamo ancora a discutere sul tetto del contante…

Google addirittura, entusiasta della soluzione indiana, sollecita la FED statunitense ad ispirarsi da quel sistema.

Quali sono le conseguenze positive del C.C. individuale ?

Responsabilizza l’individuo, permettendogli di prendere coscienza della sfida ambientale. Indicando la I.C di ogni merce migliorerà la comprensione del valore delle merci e dei servizi. Si valorizzano i circuiti corti delle merci, soprattutto alimentari e certamente qualcuno ci si penserà due volte prima di acquistare fragole a Natale che hanno attraversato il globo, o un grosso SUV di 2,5 T.

L’individuo potrà scegliere consapevolmente quale mezzo di trasporto utilizzare e di conseguenza ricavarne un beneficio o assumerne il costo supplementare.

Ognuno resterà libero di consumare o “sprecare” il proprio C.C. come meglio crede.

Ma questo sistema privilegia i più ricchi, i benestanti !

Nel sistema attuale, i più ricchi, i benestanti emettono con il loro tenore di vita ed i loro consumi, quantità immensamente superiori di gas serra rispetto ai comuni mortali. Senza contropartite!

I meno abbienti subiscono gli inconvenienti della crisi climatica determinata dai consumi e stili di vita di costoro. Con un C.C. individuale i più ricchi, i benestanti, per mantenere il loro standard di vita, saranno costretti a cedere ricchezza per acquistare crediti carbonio. Il risultato sarà una tendenza alla riduzione delle diseguaglianze e si realizzerà una giustizia climatica, col trasferimento di ricchezza ai meno abbienti che sopportano gli inconvenienti della crisi climatica determinata dai consumi e stili di vita dei più ricchi, dei benestanti.

Ma ci saranno frodi e mercati paralleli di C.C.?

Si. Ma ne più ne meno di adesso con l’evasione fiscale, l’evasione dell’IVA, fatturazione in nero ecc. La questione sono i controlli. Basta migliorare i controlli. Sarebbe come voler abolire il Servizio Sanitario perché lo usano pure gli evasori… Ci sono soluzioni informatiche antifrode pressoché inattaccabili; tra tutti il Block Chain.

Se c’é volontà politica, tutto e fattibile. Il coinvolgimento di tutti gli strati della popolazione é una garanzia, perché adesso se tu mi freghi, metti in pericolo il futuro mio e dei miei figli, nipoti ecc. Questo aspetto può fare maturare le mentalità e accrescere l’accettabilità di questo concetto.

Ma é una materia troppo complicata!

Niente oggi é troppo complicato, con l’informatica, l’intelligenza artificiale. Dire che le cose sono complicate, é utilizzare un paravento per nascondere la realtà, occultare le soluzioni possibili, per non cambiare niente. È la scusa di coloro che sfruttano la società in posizioni di privilegio o di dominio e che non vogliono cedere un centesimo dei loro vantaggi.

I miliardari sono come Kronos, la divinità greca che
per non perdere il potere divora i propri figli.

Ma il C.C. individuale é un’utopia, una fantasticheria!

Utopia! Termine sempre usato per denigrare, quando non si vogliono considerare le proposte alternative, quando non si vuole uscire dalla zona di conforto, quando si rinuncia a sviluppare la dialettica, il senso critico. Ma un filosofo, Diego Fusaro, definisce l’Utopia in termini ben differenti: “…maniera efficace, all’interno delle contraddizioni, che presenta la realtà, per collegarsi al movimento reale della storia e per realizzare la verità utopica”. E contrasta l’errore che commettono in molti, confondendo utopico con utopistico:…un progetto utopico si distingue da uno utopistico per il fatto che è altamente positivo, degno di essere concretizzato; L’utopia si configura così come una realtà che non c’è ma che può essere realizzata: una verità forse prematura ma ricca di un suo irriducibile valore, alla quale è bene tendere fin d’ora. l’Utopia é quella tensione spirituale (trasformatrice ed emancipatrice della realtà) che appare oggi più che mai indispensabile.

E distingue in maniera encomiabile l’ideologia dall’utopia; “La distinzione fondamentale tra ideologia ed utopia. Di fronte allo stato di cose, si può assumere un atteggiamento conservatore, volto a legittimare la realtà (in questo caso si ha l’ideologia), oppure ribellarsi ad essa, contrapponendo un modello ideale e giusto a cui far riferimento (si parla allora di utopia).

Mi limito a questo, per dire che sulla strada dell’utopia si possono realizzare molti cambiamenti, invertire tendenze e fare alleanze.

Se si applica ad un solo paese non funzionerà !

Molti avvenimenti storici si sono verificati in un solo paese, ma quando rovesciarono una realtà insostenibile, crearono un effetto valanga che si trasmise ad altri paesi. Guardiamo ad esempio, la rivoluzione francese e le lotte per l’abolizione della schiavitù. Eventi avvenuti inizialmente in un solo paese che si sono diffusi a macchia d’olio nel mondo, stravolgendo in pochi decenni le strutture sociali e politiche.

Gli scambi culturali tra i paesi sono oggi rapidissimi e le conquiste sociali come divorzio e interruzione della gravidanza si sono diffuse in molti paesi in pochi decenni. Anche “l’utopia” del Capitale Carbonio Individuale può percorrere lo stesso cammino. Oggi abbiamo un’opinione pubblica sensibile al tema ambientale, alla crisi climatica che tutti ormai viviamo direttamente. Come i movimenti ambientalisti, tipo Greta Thumberg sono diventati fenomeni planetari in pochissimo tempo, così “l’Utopia” del Capitale Carbonio Individuale anche se inizia in un solo paese, può subire lo stesso processo e contaminare altri paesi. Ci sono esempi di fenomeni sociopolitici nati in Italia e che si sono diffusi rapidamente nel mondo. Alcuni negativi, come il fascismo, altri immensamente positivi, come il Rinascimento.

Può ancora succedere che la bella utopia del Capitale Carbonio individuale, parta da un solo paese e si estenda a macchia d’olio. Se ne parla da un decennio ed eminenti economisti hanno sviscerato il tema rendendolo comprensibile e proponendo piste per realizzare una giustizia climatica e la lotta alle diseguaglianze.

Siccome per molti é più concepibile il declino fino all’estinzione dell’umanità piuttosto che il superamento del capitalismo utilizziamo il granello di sabbia del Capitale Carbonio individuale per inceppare il meccanismo.

Si può calcolare la propria impronta carbonio?

Certo ! E serve ad analizzare i propri consumi e prendere coscienza delle criticità. Ci sono vari siti che propongono un calcolatore della propria I.C. con metodologie similari. Alcuni permettono, in caso di un bilancio negativo, di effettuare una compensazione finanziando programmi nei paesi in via di sviluppo.

Il più interessante e completo é un sito svizzero del WWF in italiano:https://bit.ly/3RCobUp

Chi voglia fare una compensazione può finanziare decine di  progetti gestiti dall’ONU, in paesi in via di sviluppo con bassissime emissioni:

https://offset.climateneutralnow.org/

Definizioni

  • IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) Organismo delle Nazioni Unite per la valutazione della scienza relativa ai cambiamenti climatici.
  • I.C. L’impronta carbonio. Conosciuta anche come bilancio di CO2 o bilancio di gas serra, indica quante emissioni di anidride carbonica sono causate direttamente e indirettamente da un’attività o sono generate durante le fasi di vita di un prodotto.
  • Perché si parla solo di CO2? Perché pur non essendo la sola causa dell’effetto serra ne é l’elemento maggiore e viene usato come parametro di riferimento.
  • CO2 equivalente. Gli altri gas serra come il metano o il monossido di azoto sono spesso inclusi nell’impronta di carbonio convertendoli in CO2 equivalenti (CO2-eq in breve).

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