Troppo tardi per essere pessimisti

TROP TARD Pour être pessimiste – Ecosocialisme ou effondrement – (Ecosocialismo o crollo) di Daniel Tanuro-Ed. Textuel

Estratti

…Un microscopico filamento di RNA, coperto di lipidi, una creatura vivente arcaica, é riuscito a bloccare un sistema economico di una potenza mai raggiunta, creando una crisi planetaria abissale. Nelle tesi neoliberali propagandate ai tempi della Thatcher e di Reagan (”il riflusso” degli anni 80), vigeva l’ideologia che la società non esiste e che esistono solo gli individui. E che un’entità alquanto mitica, il mercato, regolerà tutto.

Questa pandemia dimostra invece che siamo tutti interdipendenti per natura e che il mercato non regola niente e quando c’é crisi, solo l’intervento degli stati può porre rimedio ai problemi.

Siamo esseri sociali che scambiano continuamente tra di loro, merci, idee, entusiasmi, paure e …virus.

Pensiamo a quanto sia stato difficile da accettare e sopportare il distanziamento «sociale», come difesa dal contagio.

…Senza dimenticare il sacrificio, la dedizione e la generosità di quelli che a sprezzo del pericolo si sono adoperati per salvare vite, rischiandola e a volte lasciandoci la propria e operando nel picco della pandemia senza indumenti di protezione, guanti e maschere che i membri dei governi per settimane non riuscivano a procurare, addirittura dichiarando che non erano necessari.

Ricordiamoci sempre gli infermieri, i medici con i sacchi dell’immondizia per camice, con mascherine di fortuna cucite nelle case.

Mancanza di personale, turni interminabili, mezzi irrisori, attrezzature inadatte…poca considerazione e remunerazioni basse. É il risultato di decenni di tagli alla sanità.

…La solidarietà tra il personale sanitario e il rispetto dell’umano é stato il carburante che ha impedito il tracollo negli ospedali.

Al contrario la classe politica, dunque gli stati, invece di coordinarsi hanno scelto la politica di ognuno per se e contro tutti gli altri, vedi le requisizioni di maschere e respiratori effettuate da alcuni paesi a scapito di altri. Francia a scapito della Svezia, la Repubblica Ceca a scapito dell’Italia, senza contare il dirottamento di forniture di respiratori eseguito dal Mossad per Israele. L’Europa assente dalla scena. 

 …Ricercatori ed intellettuali propongono:

un mondo più solidale, che tenga conto che le popolazioni povere sono quelle che inquinano meno ma che sopportano oltre misura i guasti della crisi climatica

Istanze che restano inascoltate.

Le istanze che indicano nella riduzione della produzione industriale, nella riduzione dei consumi energetici, dei trasporti aerei, delle politiche agricole produttiviste, come la soluzione per limitare il riscaldamento climatico, sono marginalizzate.

Jean Marc Jancovici ha elaborato i concetti chiave: CarbonTax, Bilancio Carbonio per ogni prodotto, Fiscalità ecologica.

L’ultimo saggio é un vero e proprio piano per decarbonizare l’economia: Compensazione Carbonio.

https://bit.ly/3cqpLbu

La decrescita (Serge Latouche). Moltitudine di scritti. All’origine del concetto di decrescita, tanto osteggiato: https://bit.ly/3r3B2Cw 

 Ma le élite che governano sono prigioniere della logica economica neoliberale, legata alla legge del profitto, quasi fosse una legge  insindacabile della natura. 

…Se non ci sarà una presa di coscienza ed un’azione collettiva, per evitare una crisi sociale e il collasso delle nazioni, nel momento più grave i governati per evitare il caos, imporranno leggi restrittive della libertà e faranno leva su nazionalismo e razzismo per ottenere consenso e distogliere l’attenzione sui veri problemi.

L’egoismo di molte nazioni é la visione a corto termine dei politici impediscono una presa di coscienza planetaria.

Aumentano i paesi con sistemi democratici in crisi con oligarchie all’attacco delle libertà politiche, di stampa e messa in discussione delle conquiste sociali. Regimi sempre più liberticidi che soffocano qualsiasi reazione di dissenso della popolazione.

…Concreto rischio di ritorno ad ideologie nazionaliste ed identitarie per saldare in maniera autoritaria il corpo sociale contro minoranze ed immigrati.

Questo sta producendo un grave disordine sociale, economico con profonda crisi dei partiti e dei movimenti progressisti.

Le contraddizioni dell’attuale sistema possono essere risolte solo con lo sviluppo di un vero socialismo partecipativo internazionale, di un social-federalismo che strutturi una nuova organizzazione dell’economia-mondo…

In sintesi

Quali azioni sono possibili? Informarsi e informare per contrastare le logiche del profitto ed i privilegi della classe dominante, i più ricchi, quelli che pensano di sopravvivere al disastro, rifugiandosi in residenze ultra protette o su isole. Alcuni immaginano addirittura di colonizzare Marte, come se non gli bastasse di aver già «consumato» un pianeta.

Tecno utopie

Rifiutare le proposte di soluzioni tecnologiche di dubbia efficacia, ma di alti profitti per l’industria. Di ogni proposta si deve pretendere:

1-fondamento scientifico, 2-fattibilità, 3-dettagli della tecnologia utilizzata, 4-risultato dei prototipi ovvero delle applicazioni già in atto, 5-durata degli impianti, 6-costi e tempi di realizzazione, 7-costi smaltimento impianti desueti e scorie. 8Soprattutto “bilancio carbonio” globale.

Condividere l’informazione e associarsi nell’azione di contrasto.

Se lo ha fatto un’adolescente svedese, Greta Thunberg, può farlo chiunque abbia a cuore il bene comune. I risultati della sua azione in termini di consapevolezza dei problemi climatici nei giovani sono enormi.

Questa tensione é ben raccontata nel film “La crociata” dove un adolescente rivende preziosi oggetti familiari di nascosto per finanziare un progetto di salvaguardia del pianeta. (Si vende il Rolex del padre, il simbolo della riuscita del 40-50enne rampante!).

I genitori quando lo scoprono, si accorgono che come il figlio anche centinaia di ragazzini in tutto il mondo stanno operando per lo stesso progetto.

É una parabola che interpreta bene la tensione in questo strato della società, per contrastare il cambiamento climatico.

É un film, certo, ma quanti film ci hanno fatto riflettere, ci hanno rivelato ingiustizie, fatto comprendere fatti storici, societari e hanno contribuito alla crescita della nostra coscienza.

Il trailer : La crociata

Sostenere e diffondere le proposte di eminenti economisti, tra i quali il nobel dell’economia, Esther Duflo, che sul Financial Time propone un mix di dispositivi come il reddito universale e un’imposta sul patrimonio, per ridistribuire ricchezza e diminuire le diseguaglianze.

All’interno del dipartimento di economia del MIT ha collaborato a creare il “Abdul Latif Jameel Poverty Action Lab” di cui é condirettrice e che dal 2003 studia e valuta sul terreno gli effetti dei progetti e delle politiche di sviluppo nei paesi poveri nel campo dell’educazione, della salute e del microcredito.

Un memorabile seminario al “College de France” Il sapere contro la povertà” é ancora online: https://bit.ly/3aRyz9Y

Oggi i concetti espressi da Arthur Cecil Pigou dopo la crisi del 1920 sono di un’attualità incredibile. Elabora il concetto di «Economia del benessere».

Anticipava 100 anni fa il concetto:  chi inquina, paghi.

…Un agente che genera effetti esterni negativi fa sì che la comunità sostenga un costo superiore a quello che sopporta come agente privato. Lo Stato deve quindi intervenire, attraverso l’istituzione di tasse o opere di riparazione imposte agli agenti responsabili, per eliminare il divario tra costo sociale e costo privato. La tassa diventa così un mezzo per eliminare i fallimenti del mercato.

Poi c’é l’enorme opera di Thomas Piketty: Capitale ed Ideologia di oltre mille pagine, che partendo dalla storia dell’organizzazione sociale e politica  delle società, passando per l’origine e l’utilizzo della schiavitù, l’accumulazione capitalista che ne derivò, la rivoluzione francese e la nascita della proprietà privata, descrive ed analizza la struttura sociale del mondo contemporaneo.

80 pagine sono poi dedicate a proposte e soluzioni per una trasformazione radicale della società per affrontare le sfide della crisi climatica. La battaglia contro la diseguaglianza al primo piano.

Link ad una sintetica recensione: https://bit.ly/3xVkPmj

Altro da aggiungere? Fatevi avanti! Questo é un blog aperto a contributi, critiche di chiunque abbia a cuore il soggetto.

Solo la pressione dell’opinione pubblica può determinare il cambio di politica. 

Ma non immaginate che sia il sentimento di altruismo che eventualmente faccia pendere la bilancia verso questi dispositivi.

Il solo motore sarà la paura dei politici, delle élite di perdere in legittimità ed evitare che le masse di oppressi e sfruttati gli si rivoltino contro in una rinnovata lotta di classe.

Oggi i politici immaginano solo il corto termine, perché non hanno interesse a proporre riforme e obbiettivi che sarebbero realizzate dopo il loro mandato.

George Monbiot, scrittore, giornalista e militante ecologista in un articolo memorabile su

The Guardian “Domino Theory” (Science 2018), lo dice a chiare lettere.

Parte dalla costatazione che una una comunità di individui, impegnati in un movimento deve superare la soglia critica di circa il 25% (il punto di non ritorno), per vedere l’opinione pubblica cambiare di campo ed associarsi al movimento. 

È già successo !!!

Esempio classico, il fumo e le leggi per contrastarlo e ridurlo. In pochi anni l’adesione della popolazione é stata massiccia.

Le cinture di sicurezza in auto. Stessa sequenza e un risultato inappellabile; una riduzione effettiva dei morti e dei feriti gravi negli incidenti.

Altro esempio l’omofobia. Nonostante residui di resistenza, in pochi anni, superata la soglia critica, la società si é adeguata ed é passata dalla  tolleranza all’accettazione.

NdR – Un esempio tutto italiano il fenomeno delle “Sardine”; in poche settimane é diventato di massa, barrando la strada a iniziative xenofobe e politiche di destra. 

Quindi su istanze precise é plausibile che i cittadini consapevoli di un pericolo si associno per contrastarlo. Istanze che appaiono inizialmente radicali, una volta raggiunta la massa critica, contestualizzate e introiettate diventano pensiero comune.

George Monbiot conclude

“Per impedire la distruzione della vita sulla terra, per la nostra sopravvivenza dobbiamo creare un movimento di disobbedienza civile che, superata la soglia del 25% di cittadini, costituirà il più importante movimento di massa per contrastare il cambiamento climatico.”

Per questo é importante discutere, divulgare, associarsi.

I media, salvo casi rari ed esemplari, sono pavidi. 

Solo quando l’opinione pubblica riesce a costituire una massa critica, allora cavalcheranno l’onda.

E a quel punto, quando l’opinione pubblica è conquistata anche gli amministratori, i decisori politici interverranno per non essere scavalcati dai movimenti.

Inoltre i movimenti preoccupano i potenti che temono un rottura abissale con quegli strati delle popolazione, temono il contagio delle proteste trasversalmente, con la presa di coscienza della sfida climatica e ambientale di altre categorie.

Un po’ di economia

Subiamo l’inversione dell’equazione

  • da Bisogni/Produzione
  • a
  • Produzione/Bisogni…indotti

Una larga fascia delle società occidentali, ha ampiamente soddisfatto i bisogni primari. Siamo entrati quindi in una realtà di produrre per produrre e attraverso la pubblicità e la moda, di indurre bisogni sempre nuovi che ognuno rincorre e cerca di soddisfare.

Non fatevi illusioni; dopo esserci nutriti, vestiti e riparati soddisfiamo tutti bisogni indotti.

Anche quelli che guardano dall’alto quelli che consumano pizze, hamburger, discoteche, che si possono permettere solo una vacanza a Rimini, che hanno l’auto diesel, quelli che invece vanno ai concerti, che comprano libri e che partono alle Seychelles e che guidano auto elettriche agiscono sotto gli stessi impulsi.

Sono solo consumatori più sofisticati grazie a redditi più alti.

Per ognuno di noi, per la nostra fascia sociale c’è una comunicazione mirata.

É il principio della società dei consumi ed il grande trucco del capitalismo è farci desiderare l’inutile e il superfluo e vivere una esistenza oscura e solitaria.

La nave da crociera è l’emblema dei nostri tempi, una fuga momentanea per dimenticare lo squallore del proprio quotidiano. Un lusso di paccottiglia per vivere una “botta di vita” con la quale consolarsi.

NdR-Vedere in fondo al Post, i dati riguardo al volume di emissioni delle navi da crociera, delle annunciate soluzioni di combustibile ecc.

I paesi in via di sviluppo faticano a soddisfare i bisogni primari. I pochi che raggiungono quella meta, poi non hanno altro che il modello occidentale per immaginare il futuro. La volontà di progresso é vissuta copiando i nostri modelli di consumo.

L’antropologo Pierre Clastre riporta che quando i “Conquistadores” introducevano tecnologie più produttive, il riflesso degli indigeni era di lavorare meno e non di produrre di più. Il concetto di accumulo, essenza stessa del capitalismo, era loro sconosciuto.

Il capitalismo finanziario é dominato dalla «ricerca ossessiva di sempre nuovi campi della vita sociale, dell’esistenza umana e della natura da trasformare il più rapidamente possibile in denaro», per dirla con Luciano Gallino.

Inoltre la finanziarizzazione dell’economia ed il ruolo preponderante del credito, dirottano i capitali dall’economia reale verso la speculazione e creano un’oceano di debito che ad ogni crisi inghiotte montagne di risparmio impoverendo la sociètà. 

Si osserva ciclicamente un’alternativa di crisi e di riprese economiche. È l’essenza del capitalismo.

Gli economisti non riescono ad anticipare le crisi ma sono sempre pronti a spiegarle il giorno dopo.

Esemplare il saggio di Bernard Maris (economista, collaboratore di Charlie Hebdo, assassinato nel 2013 con la redazione).

Antimanuel d’economie (2003)

Monumento “All’economista ignoto, morto per la guerra economica, che per tutta la vita ha spiegato il giorno dopo perché si era sbagliato alla vigilia”.

É una realtà storica che i momenti di crescita economica più spettacolari, avvennero con le guerre.

Dopo la crisi finanziaria del 29 e la stagnazione, la ripresa economica avvenne con la preparazione alla guerra. Enormi capitali furono dirottati verso lo sforzo bellico. Finita la guerra le enormi distruzioni furono carburante per la produzione industriale e la ricostruzione.

Quale analogia con l’oggi?

Anche i più scettici hanno coscienza che questi ritmi di crescita saranno fatali per l’equilibrio ecologico del pianeta.

La resistenza del capitale alla transazione ecologica onde evitare che col surriscaldamento climatico avvengano, cataclismi e distruzioni, non deriverà dalla considerazione che i cataclismi climatici con il corteo di distruzioni siano il nuovo carburante per alimentare la cresciuta ricostruendo dopo i disastri?

Il livello degli oceani aumenta? Costruiamo dighe!

Gli industriali vogliono inoltre approfittare degli ingenti investimenti che saranno effettuati per “mitigare” il surriscaldamento del pianeta e l’effetto serra. Le soluzioni tecnologiche sbandierate dai colossi industriali per contrastare l’aumento del livello degli oceani, l’inquinamento dell’aria fanno parte del carburante, diventano occasioni di profitto.

Varie proposte per la cattura e lo stoccaggio della CO2: Geoingegneria Oceanica (un delirio di proposte come spargere cenere vulcanica sull’oceano per aumentare l’assorbimento di CO₂), Geoingegneria Solare (spargere aerosol nell’atmosfera per limitare il riscaldamento globale).

Tutto teorico. Esistono studi? Statistiche? Controindicazioni? Niente, ma molti media le divulgano come soluzioni miracolose, pronta consegna, senza verifiche, senza senso critico.

Vedi : Attualità editoriale sul tema: Climate change

Senza parlare dei  biocombustibili, dove si consuma un vero attentato contro la sicurezza alimentare. Si sottraggono terreni agricoli destinati alla cultura cerealicola, per produrre un combustibile ottenuto in modo indiretto dalle biomasse: grano, mais, bietola, canna da zucchero, olio di palma.

Quando viene contestato che “comunque” con il motore termico si emette CO2, driblano il soggetto e ti rispondono che é una fonte rinnovabile! Le soluzioni al problema della mobilità devono considerare la riduzione fino all’eliminazione delle emissioni di CO2.

Inoltre il bilancio carbonio globale, dalla semina alla raccolta della materia prima, al trasporto, alla raffinazione e distribuzione dei biocarburanti é per ora deficitario. Ben vengano i biocarburanti ma non a scapito delle culture cerealicole. Esperimenti sono fatti con i bio digestori alimentati da scarti vegetali e dell’industria del legno.

Ma nessuna di queste iniziative porta attualmente ad una vera transizione ecologica.

Zoë Corbyn, giornalista specializzato nelle tecnologie e divulgatore scientifico ci relata sulla massa di “startups” che studiano come sequestrare e riutilizzare la CO2. Attirano investimenti di capitali di rischio alla ricerca ossessiva di profitto.

Ma poi c’é la coda davanti ai Ministero della Transizione Ecologica di tutti i paesi, di aziende che propongono soluzioni miracolose per limitare il riscaldamento climatico … chiedendo finanziamenti. 

Startups sono create apposta per inventare processi di cattura della CO2 di ogni genere. Ma il problema non é la cattura della CO2, ma l’attuale livello di emissioni. Il problema é evitare l’aumento delle emissioni di gas serra, possibilmente diminuirlo, in prospettiva ritornare al livello di emissioni degli anni 90 per mettere in sicurezza il pianeta.

Il pianeta? Anche questo concetto é fuorviante. Il pianeta c’era prima e ci sarà dopo il vivente. L’umanità é l’ultimo anello dalla catena che lega sulla terra tutti gli esseri viventi ognuno dei quali ha una funzione definita dall’evoluzione.

La biodiversià é la nostra assicurazione vita. Quando un componente della catena si estingue, si originano effetti a catena e si riscontrano estinzioni successive. All’ultimo stadio c’é l’umanità. Quell’umanità che ha in mano le carte per evitare questo evento.

I gruppi finanziari investono sulla ricerca per lo stoccaggio di energia, nuovo eldorado dell’industria. Ben venga. Per ora niente di realizzabile in tempi accettabili, tenuto conto dell’emergenza climatica.

Negli esempi di seguito é chiarissimo che i processi “allo studio”, se risulteranno efficaci, sequestreranno quantità irrisorie di CO2, rispetto ai volumi di emissione.

Nel frattempo ci sono solo le batterie al litio. Al litio…Ma di litio sulla terra non ce n’è sarà abbastanza! É un metallo raro.

Sulla terra? Non diteglielo a questi, perché poi lo vanno a cercare sulla Luna!

Non sarà con fantasiose soluzioni tecnologiche proposte dal capitalismo e anche da Think Tank filantropico-finanziari, che si potrà contrastare il riscaldamento climatico.

Vedere su wikipedia i capitoli: Geoingegneria solare, Geoingegneria oceanica… Un delirio.  

Andiamo a fatti concreti

Ci contrabbandano soluzioni miracolose – 1

…invece di contrastare seriamente fonti di emissioni di CO2, come le «torce», i gas bruciati nei campi petroliferi e nelle raffinerie.

Cosa sono? A cosa servono? 

Vedi recensioni: https://bit.ly/3f6Gxe3

Gia col protocollo di Kyoto, 1997 – 24 anni fa (sic), si imponeva di recuperare questo gas. La tecnologia esiste ed é già utilizzata per altri scopi: il gas proveniente dai giacimenti passa per un separatore gas/liquidi e prima che arrivi alla torcia viene compresso ed inviato alle torri di lavaggio per il conseguente riutilizzo evitando di bruciarlo. 

Le torce diventerebbero allora solo valvole di sicurezza e attivate solo in situazioni di pericolo per l’impianto. Il gas sarebbe bruciato ma per tempi brevissimi.

Uno schema esemplificativo:

https://bit.ly/3sxzUcz

Questo comporterebbe la riduzione delle emissioni in atmosfera di mostruosi volumi di CO2.

I volumi do gas bruciato sono impressionanti: corrispondono a quasi il 50% del consumo di gas in Europa, a poco meno del consumo di gas della Cina, alla totalità del consumo di gas del continente africano per un valore di quasi 30 Miliardi di €.

PS: Dati estratti da banali ricerche su internet incrociando informazioni di diversi siti istituzionali.

É un mistero del capitalismo…anzi no. I gas di torcia sono considerati un prodotto di scarto, presenti nei giacimenti petroliferi, complicano la gestione degli impianti di estrazione. Scarto nel processo di raffinazione obbligano soprattutto a procedure restrittive di sicurezza con aumento dei costi quindi diminuzione dei profitti. Ed il costo dei danni sopportati dall’ambiente? Non interessa, non é calcolato.

Quando gli stati chiedono di risolvere il problema, gli industriali vogliono essere finanziati. Solo in Arabia Saudita il governo ha stanziato 12 miliardi di $, per la riconversione degli impianti e nel mondo si calcolano che i governi stanzieranno 100 miliardi per eliminare il problema per il 2025-30.

Siamo al solito: costi pubblici e ricavi privati.

Ci sono progressi? I dati indicano progressi in pochi paesi e resistenze in altri. Rispetto al 1990 la riduzione é di un modesto 6%.

É sconfortante continuare a vedere le immagini di torce delle raffinerie e dei campi petroliferi ancora accese.

Immagini i campi petroliferi in Nigeria (2019), che non é la peggiore:

https://bit.ly/32f63uy

Gas flaring Russia

https://bit.ly/3H4ikRx

Gas flaring USA

https://bit.ly/3H4j3Cf

Nella classifica dei cattivi allievi, la Russia é in testa, l’Iraq secondo, poi Iran, USA, Venezuela, Algeria.

https://bit.ly/3yCKhwK

La Nigeria ha fatto uno sforzo gigantesco e ridotto il gas flaring del 70% dal 2000.

Ma chi fa meglio di tutti sono i paesi del Golfo, tra i quali l’Arabia Saudita, che per una volta é un modello di riuscita. Dal 1970 ha iniziato a recuperare gas ed oggi soddisfa ampiamente  il consumo interno ed é il 9 produttore mondiale di Gas. Azzererà il flaring entro 2030.

Per il resto …

La banca mondiale ha calcolato che il flaring brucia 145 Miliardi di m3 di gas, emettendo 310 milioni di T di CO2; OGNI ANNO.

Come risulta dalla scheda: https://bit.ly/33bk64F

Ci contrabbandano soluzioni di stoccaggio della CO2.

Il progetto di stoccaggio di CO2 della ENI a Ravenna, appoggiato da CingolEni, potrebbe” catturare nella migliore delle ipotesi 500milioni di T di CO2. In tutto.

Poco più di un anno di emissioni di gas flaring. E poi? Un investimento di miliardi di € per un risultato cosi modesto?

Si farà!

Ultimo aggiornamento 01/03/23: Oltre alle torce registriamo una denuncia del The Guardian, riguardo le perdite e le emissionii di Metano che ha un GWP (Global Worming Potential), potenziale di riscaldamento globale ben 84 volte su 20 anni.

Ma sul soggetto c’era già stato un articolo di Ferdinando Cotugno su DOMANI del 26/02/23 –

“Il metano finisce in atmosfera a causa di perdite nell’infrastruttura o flaring, la pratica di bruciare il gas in eccesso estratto dai pozzi. Questo spreco è anche utile a misurare quanto sia disfunzionale questa industria, che rilascia e brucia ogni anno in atmosfera – per falle tecnologiche, infrastrutturali o di policy – l’equivalente del gas che ogni anno l’Unione Europea importava dalla Russia prima dello scoppio della guerra.”

Inoltre The Guardian rivela che negli USA ci sono 2milioni400mila pozzi dismessi di estrazione di petrolio, ma che per ragioni economiche non sono sigillati e che emettono residui di metano, gas che si ritrova nei pozzi insieme al petrolio. L’amministrazione Biden, non riesce a individuare i proprietari che una volta esaurita l’estrazione, fanno fallire la sociétà ed é costretta a stanziare fondi pubblici per intervenire

Siamo alle solite Calimero: i benefici ai privati e i costi sociali allo stato.

Ancora fatti concreti

Ci contrabbandano soluzioni miracolose – 2

…evitando di considerare per esempio il problema degli incendi boschivi che oltre alle distruzioni, alla modifica della struttura dei terreni con pericolose implicazioni bioclimatiche, comportano fenomenali emissioni di CO2.

Premessa 

La CO2 é una benedizione; ha fondamentale importanza nei processi vitali di piante ed animali. Un albero é costituito da cellulosa, una struttura di atomi di carbonio legati con idrogeno e ossigeno, che viene creata nel processo di fotosintesi che consiste nell’assorbire la CO2 dall’atmosfera.

Il processo separa il carbonio dall’ossigeno, utilizza solo la metà dell’ossigeno della molecola di CO2 ed il resto dell’ossigeno ritorna nell’atmosfera.

Al contrario di noi umani che quando respiriamo, assorbiamo ossigeno dall’aria ed espirando emettiamo qualche grammo di CO2,

Gli alberi invece assorbono la CO2 ed emettono ossigeno…

Se non lo sapevate, ora quando guardate un albero, oltre al suo aspetto decorativo, lo vedrete con altri occhi.

Ma gli alberi sono dei serbatoi di CO2. Quando bruciano restituiscono all’ambiente la CO2 assorbita durante decenni di crescita. Quindi il danno é doppio perché la scomparsa di quell’albero rappresenta un albero in meno per sequestrare CO2 dall’atmosfera.

Inoltre gli alberi con il fogliame riflettono il 15-20% delle radiazioni solari.

E ci vogliono almeno 30 anni (+o- a seconda delle essenze) perché un albero arrivi a maturità.

Gli incendi boschivi sono un’importante fonte di emissioni di CO2 e senza una prevenzione efficace, le emissioni di CO2 degli incendi forestali contribuiranno drammaticamente al problema del surriscaldamento climatico.

Tra le foreste che sono andate in fiamme, soprattutto negli Stati Uniti e nel Canada, ce ne anche state alcune che erano finite nei programmi di carbon offsetting, che quindi erano state protette allo scopo di migliorare i bilancio carbonio delle emissioni nette di quel paese, in base al principio che gli alberi assorbono carbonio dall’atmosfera.

L’impatto degli incendi però mostra ancora una volta la debolezza di questo modello di mitigazione climatica, soprattutto quando viene applicato su larga scala.

Una tonnellata di CO2 risparmiata rinunciato alle fonti fossili è una tonnellata risparmiata per sempre.

Una tonnellata di CO2 risparmiata calcolando l’assorbimento di carbonio di una foresta «salvata» sarà sempre soggetta alle azioni di disturbo naturali, come vento e incendi, che rischiano di sottrarre quell’assorbimento dall’atmosfera, esattamente come succede ogni estate .

Ormai si possono calcola esattamente le emissioni di CO2 dovute agli incendi boschivi, con una metodologia che incrocia l’estensione delle superfici delle zone incendiate, dati risultanti da immagini satellitari della Nasa che mappano la terra mensilmente (Landsat da 30 anni), con una definizione di 0,25° ossia un pixel di circa 27Km di lato, con i volumi di emissioni di CO2,  a seconda delle essenze.

L’agenzia IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dell’ONU, ha calcolato l’emissione di CO2 relative ale varie tipologie di incendi come: Savana, Boschi, Foreste, Deforestazione, Torbiere.

https://bit.ly/3IRIKXv

Ci sono tabelle sull’estensione forestale per ogni paese. Sulla variazione dell’estensione negli anni (L’Europa, Italia compresa, incrementano la superficie boschiva anche se di poco). La Cina sta rimboscando alla grande.

Il disboscamento avviene soprattutto in molti paesi africani, asiatici e in Brasile.

Ci sono tabelle sulla densità in cellulosa delle varie essenze. I fattori di combustione, utili nei calcoli dei rischi di incendio.

Il volume di biomassa a seconda della tipologia della vegetazione, delle aree, zona temperata, boreale, tropicale, sub tropicale. Foreste primarie, alberi di meno o più di 20 anni…

https://bit.ly/3s49ehF

Sono dati utilizzati per calcolare le emissioni di gas serra in caso di incendio di una zona specifica.

Ma ci sono tabelle di una precisione stupefacente sul calcolo delle emissioni di CH4 (metano) degli allevamenti, che considerano, il tipo di foraggio ed il tasso di digestione dei vari animali (si, si…), se si tratta di allevamento intensivo o non (in quelli intensivi, capre e pecore emettono il doppio, i maiali una volta e mezzo, mucche da latte il doppio de bestiame).

https://bit.ly/3ALZ09G

Ma anche tabelle sull’assorbimento di CO2 del suolo, che sia palude, steppa, savana, vegetazione mediterranea, boschi…

I dati e le metodologia permettono a centri universitari USA e agenzie varie dell’ONU di calcolare le emissioni di CO2 ed i dati sono a disposizione dei governi, degli amministratori locali che a loro volta possono calcolare i volumi di emissioni, relative agli incendi nel proprio territorio per effettuare interventi.

Con questa metodologia, analizzando  ad esempio l’incendio di un ettaro di foresta boreale (Canada), é stato calcolata l’emissione di 36,4 Tonnellate di CO2.

Report della NASA: https://go.nasa.gov/3JFAOtz

Calcoli confermati da un docente universitario di Scienze e tecnologie dei sistemi arborei e forestali che interviene sovente a Radio Scienza.

Per visualizzare meglio il fenomeno, un ettaro corrisponde a poco meno di due campi di calcio.

Poi prendiamo un SUV, uno dei modelli «virtuosi» di oggi. Emette mediamente 120grammi di CO2 per Km percorso. Abbiamo quindi calcolato che per emettere un totale di 1 Tonnelata di CO2 dovrebbe percorrere la distanza di 8 333 Km : (1 T = 1 000 000gr/120gr).

Problema

Se l’incendio e la distruzione di 1 ettaro di foresta, produce 36,34 Tonnellate di CO2 quanti Km dovrebbe percorrere il nostro SUV per emettere una quantità equivalente di CO2?

Emette 1T di CO2 percorrendo 8 333 Km

Per emettere 36,34 T di CO2 devo percorrere  302 821 Km.

Sempre per visualizzare il fenomeno, quanti giri della terra il nostro SUV dovrà percorrere per emettere una quantità di CO2 equivalente all’incendio e la distruzione di solo due campi di calcio ?

Tenuto conto che la circonferenza terreste é  40 009 Km.

Il risultato é di 7,57 giri della terra ogni due campi di calcio di foresta bruciata. SI, SI !

Certo non istighiamo nessuno a comprarsi un SUV che comunque per molti é solo un mezzo di mobilità e siamo per un utilizzo ragionato dell’auto, ma colpevolizzare le persone su questo soggetto mentre le priorità sono altre é semplicemente deplorevole. 

Emissioni di gas serra in Australia: Numeri da capogiro.

Tra metà 2019 e inizio 2020, l’Australia ha subito incendi devastanti.

Sono andati in fumo oltre 74 000 km2 di vegetazione, quasi due volte la superficie della Svizzera. Superficie della Svizzera? Un pò difficile da visualizzare:

https://bit.ly/3GoQmzk

Ritorniamo al nostro SUV.

74 000 km2 corrispondono a 7milioni 400 mila ettari (1Km2=100ettari).

Considerando il mix di essenze dei boschi australiani possiamo estrapolare 25T di CO2 per ettaro che comporta 185 milioni di T di CO2.

Il nostro SUV consuma sempre 120g/km.

Quindi per emettere quel volume di CO2 dovrebbe percorrere 1541 milioni di Km. 

Partendo sempre dalla circonferenza della terra 40 mila KM, si può calcolare che quel SUV per emettere una quantità equivalente di CO2, dovrà percorrere 38 MILA giri della terra. Ovvero che 38 MILA SUV percorrano 1 giro della terra. 

Shocking, is’t it?

Volete paragonarlo ad un viaggio verso la luna??

Distanza 384 mila KM.

1540 milioni di Km, diviso 384 mila= 4000 viaggi, ovvero 2000 andata e ritorno. 

Si col SUV non sarà di tutto piacere, ma é per dare un’idea.

I dati considerano solo gli incendi tra metà 2019 e inizio 2020, anche se epocali! Ma in Australia ce ne sono due ogni anno, senza contare quelli in USA, Canada, Europa, Siberia…

Si possono comparare anche le emissioni di CO2 di un volo aereo A/R Paris-NY: circa 1T di CO2 per passeggero.

Con l’equivalente del rilascio di 36,4 T di CO2 dovuto all’incendio di 1 ettaro di bosco, si potrebbero fare 36 A/R in aereo per N.Y.

C’é il calcolatore dell’impronta Carbonio dei viaggi aerei!

https://co2.myclimate.org/it/flight_calculators/new

Siberia ?

Oltre agli incendi nella Taïga, sempre più frequenti e di intensità crescente, difficilissimi da circoscrivere data la vastità di un territorio semi-disabitato, in Siberia si riscontra il fenomeno degli incendi nelle torbiere:

https://bit.ly/3B5sJgd

Gli incendi delle torbiere sono fenomeni ricorrenti. Il fuoco può covare per anni; cova sotto la neve in inverno per riaccendersi al disgelo ed emettere fumi e CO2  in ciclo continuo.

In Siberia li chiamano incendi zombie, perché non si spengono mai, durante l’inverno continuano sotto terra e al disgelo riprendono. Quando arriva l’estate raggiungono di nuovo la superficie, raggiungendo dimensioni ragguardevoli.

La Russia calcolando l’insieme degli incendi nel Giugno-Agosto 2021, totalizza 970 Milioni di T di anidride carbonica immessa in atmosfera:

Un valore pari alla somma di tutti gli incendi forestali di tutto il resto del mondo messi insieme.

Mega incendi Russia – Superficie: https://bit.ly/3J6UEx3 – Volumi emissioni : https://bit.ly/3aIdjU6

Ma non solo in Siberia. Le torbiere sono diffuse in varie parti del globo.

Gli incendi nelle torbiere in tutto il Canada occidentale emettono più di 1/4 del totale di CO2 emesso dagli incendi in tutto il Canada (circa 6 Mt su 27 Mt).

Cos’è la torba?

È un accumulo di materiale organico.

La torba é un combustibile povero rispetto alla lignite ed il carbone.

Rappresenta lo stadio iniziale della formazione del carbone.

Il potere calorifico é simile al legno, poco più della metà della lignite e tre volte meno del carbone.

https://bit.ly/32dT4tt

In zone povere di alberi, come le isole britanniche, la torba viene ancora usata come combustibile.

In alcune distillerie si usa come combustibile per dare quel gusto “torbato” al whiskey.

Un pericolo incombente é lo scioglimento del permafrost in Siberia, che a sua volta può portare all’emissione di metano, gas ad effetto serra 28 volte maggiore della CO2.

Tipologia degli incendi 

La CO2  emessa dagli incendi boschivi, deforestazione, incendi della savana e bruciatura delle stoppie é tra 1560 e 1703 g/Kg di materia combustibile secca. É tutta cellulosa, quindi i parametri sono quasi equivalenti.

Ma un incendio nella savana tropicale comporta un emissione  di CO2, 8 volte inferiore ad un incendio di una foresta boreale o tropicale.

E i tradizionali incendi delle stoppie, nei paesi poveri contribuiscono si ad emissioni di CO2 ma in maniera infinitesimale.

Ecco la distribuzione dei Megaincendi nel mondo e le conseguenti emissioni di Gas serra:

https://bit.ly/3DUG2iS

Sorpresa! Il tanto deprecato Brasile, non é poi il peggiore allievo.

PIANTIAMO 1 MILIARDO DI ALBERI !!!

(Intanto solo in Francia per addobbare le case a Natale ne hanno tagliato 5 milioni)

Ma non basterebbero…

Ogni albero di almeno 30 anni, sequestra 14.7kg of CO2 ogni anno.

Quanti alberi necessitiamo per sequestrare la CO2 del gas flaring, solo del gas flaring?

310 milioni di T di CO2  ovvero 310 miliardi di Kg.

Diviso 14,7 Kg dell’alberello fa: 21 miliardi di alberi.

Dove? A scapito dell’agricoltura?

Poi per un risultato tra minimo 30 anni. Intanto subiremo cataclismi climatici di ogni genere.

Proteggiamo piuttosto i boschi esistenti e rimboschiamo quelli bruciati o distrutti dalle tempeste.

L’impatto degli incendi però mostra ancora una volta la debolezza di questo modello di mitigazione climatica, soprattutto quando viene applicato su larga scala.  

Una tonnellata di CO2 risparmiata calcolando l’assorbimento di carbonio di una foresta «salvata» sarà sempre soggetta alle azioni di disturbo naturali, come vento e incendi, che rischiano di sottrarre quell’assorbimento dall’atmosfera, esattamente come è successo in tempi recenti.

_________________________________________________________________________________________________________

Il paradosso é che la CO2 emessa in seguito agli incendi NON é contabilizzata dai governi!

_________________________________________________________________________________________________________

Tra le foreste che sono andate in fiamme, soprattutto negli Stati Uniti e nel Canada, ce ne anche state alcune che erano finite nei programmi di carbon offsetting, che quindi erano state protette allo scopo di migliorare i conti delle emissioni nette, in base al principio che gli alberi assorbono carbonio dall’atmosfera e migliorare il bilancio Carbonio del paese.

Oggi sono disponibili database su tutto… Si può calcolate tutto, fare previsioni, anticipare eventi. Università , organismi internazionali, istituti di ricerca mettono a disposizione  dei ricercatori, degli amministratori, dei giornalisti, dei politici dati su emissioni di gas serra dovute alla produzione, al consumo, agli incendi. 

Anche i semplici cittadini sono in grado di fare ricerche avanzate.

Ci contrabbandano soluzioni miracolose – 3

…invece di ridurre le spese militari.

Armamenti

Italia 25Mld € per il 2022

Spesa mondiale 2000 Mld.$

Un appello di 50 scienziati e premi Nobel per liberare risorse per combatterete il cambiamento climatico, le diseguaglianze.

Con la riduzione del 2% annuo delle spese militari di tutti i paesi, si potrebbe costituire, da oggi al 2030, un fondo di 1000 Mld di $ da investire in queste iniziative.

E questo inciderebbe marginalmente sul conto economico, poiché l’industria bellica in Italia concorre per meno dell’1% del PIL, meno dell’1% dell’occupazione, meno dell’1% del gettito fiscale.

É in televisione vediamo i risultati di questo commercio, bombe su ospedali, scuole, con molti morti e feriti civili.

Nelle guerre attuali i soldati hanno infinite più possibilità di evitare di essere uccisi o feriti dei civili.

I boicottaggi dei portuali che rifiutano di caricare armi nei porti sono battaglie di civiltà.

Troviamo le stesse proposte nel movimento di Norberto Julini – Paxchristi e nella Rete Italiana Pace e Disarmo composta da esponenti della Legambiente, Associazione ONG Italiane, Cgil, Acli, Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, Arci, Movimento Nonviolento.

Poi c’é il Gruppo Abele che da anni, oltre alle attività sul territorio promuovono ed aderiscono alla marcia per la pace Perugia- Assisi e chiedono all UNESCO di riconoscere l’evento Patrimonio dell’Umanitá.

La squallida obiezione che ciò distruggerebbe posti di lavoro dell’industria bellica é contraddetta dalla realtà economica: per ogni euro speso nella transizione economica si ottengono più posti di lavoro che nelle attività industriali tradizionali.

Definire le   V E R E   priorità coinvolgendo tutti

Non ci si può rassegnare all’ignavia dei decisori. Non ci sono più scuse; l’urgenza climatica ha tempi diversi da quelli della politica.

Paradigma produzione, distruzione, Il classico esempio che dimostra questa tesi é il paradosso dell’incidente stradale. L’auto danneggiata sarà riparata dal carrozziere e quel fatturato entra nel calcolo del PIL! La distruzione produce valore.

Consideriamo fenomeni planetari davvero stupefacenti che possiamo osservare:

Decine di « cimiteri » di aerei in ogni parte del mondo.

Decine negli USA ma anche in Europa e Australia:

Video

https://bit.ly/3ErrndC

Vedere il sito con link e piantine dei depositi in USA e nel mondo: Incredibile !

https://bit.ly/3mgpM4b

Le immagini su Google map sono irreali:

(32.1727621, -110.8522345) 

Incollare su un navigatore o Google Map e zumate .

In Europa nel cimitero di Teruel-Spagna, é tristemente parcheggiato anche quello definito l’«Air Force One» di Renzi:

(40.4133748, -1.2348763)

Incollare su un navigatore o Google Map e zumate.

Qualcuno potrebbe osservare: Si ma questi sono fonte di materie prime! Ma quando mai!

É  vero che i jet sono cannibalizzati per parti di ricambio, ma solo per qualche anno per poi essere abbandonati. La tecnologia evolve e i ricambi sono superati ed inservibili.

Qualcuno potrebbe osservare: Ma perché non si riutilizzano e riciclano i materiali, alluminio, rame dei cavi, plastica ecc?

Vediamo per esempio che l’alluminio entra nella composizione di un aereo per circa il 78% (mediamente negli aerei di vecchia costruzione, non quelli attuali costruiti con materiali compositi, quelle dei cimiteri di aeroplani, per intenderci).

https://bit.ly/2pGiUCM

Ma é considerato più redditizio il ciclo di produzione industriale nonostante che produrre alluminiò da minerale richiede un’enorme quantità di energia. 

Perché ?

Perché spesso e volentieri non si calcolano i costi ambientali, i danni agli ecosistemi.

Ma l’alluminiò può essere riciclato più volte, consumando soltanto una minima frazione dell’energia impiegata per la produzione primaria.

Si sa, ma si fa solo marginalmente. 

Per ora il minerale é estratto nella fascia equatoriale, trasportato in Islanda, a 10 mila km. dove c’è l’impianto più grande del mondo. Il processo richiede nella fase finale di raffinamento, un’enorme quantità di elettricità e in quell’isola la produzione è idroelettrica. Costi più bassi ed anche una verniciatina di “green”.

L’impronta carbonio non è comparabile, al ciclo di produzione da materia riciclata.

Prendiamo un Boeing 747 abbandonato nel deserto e che pesa circa 400 tonnellate. Il 78% é alluminiò: 312 tonnellate.

Una lattina di birra da 1/2 litro pesa circa 15 g…

Siccome sembra che la calcolatrice c’è l’abbia solo io… fanno 12 milioni 200 mila lattine. Da un jumbo

Di aerei nei vari “cimiteri” c’è ne sono decine di migliaia!

Ma vale anche il contrario. Riciclando 12 milioni 200 mila lattine ci costruiamo un nuovo aereo.

Ciclo dell’alluminio a chi interessa

https://bit.ly/3nWg8ox

Riciclaggio

Per una volta nella classifica delle eccellenze europee, nell’alluminio siamo noi i virtuosi:

In Italia  nel 2039 abbiamo riciclato 47.400 tonnellate di imballaggi in alluminio, pari al 68,7%.

Basterebbe per fabbricare  151 jumbo, giusto per visualizzare i volumi.

É dire che in USA e Australia i cimiteri di aerei sono stati concepiti in zone semi desertiche, con scarsa umidità, in modo da preservare la qualità dei materiali.

Se curiosate tra le foto del sito airplaine-boneyard (dove boneyard significa cimiteri), potrete trovare , impilati, jet della seconda guerra mondiale, della guerra di Corea e del Vietnam. Modelli di 70 e 40 anni fa.

Saranno le miniere del futuro? Si, ma il futuro dei film apocalittici alla Mad Max…

Cimiteri di biciclette

A conferma del paradigma produzione, distruzione,  possiamo osservare i cimiteri di biciclette, quelle proposte in libero servizio nelle città, risultato del fallimento degli operatori che non hanno avuto altra idea che impilarle in cimieri di biciclette. In una Cina di 1,4 MLD di popolazione raggiungono proporzioni  epocali.

https://bit.ly/3Fcz3Bs

Vidéo: https://bit.ly/3sxI1Gj

Farne dono a paesi in via di sviluppo? Troppo costoso il trasporto? Riciclare i materiali?

Per ora sono li, tristemente abbandonate, secondo la logica produzione, distruzione.

Cimiteri di auto

Si può continuare con le auto:

Cimitero di 350 mila (si, si MILA) Volkswagen, diesel nuove e seminuove, ritirate dopo lo scandalo delle emissioni truccate e stoccate in 37 siti diversi negli USA, uno dei più grandi nel deserto di California:

https://n.pr/3mgYmv4

Le navi trasporto auto, sono utilizzate anche per trasferire in Africa, auto d’occasione ormai inutilizzabili in Europa (ed altri paesi), perché modelli fuori mercato o perché infrangono, da noi, le nuove regole di emissioni.

In uno dei più piccoli stati africani, il Benin, a Cotonou esiste un mega market con migliaia di auto di ogni marca e modello proveniente da mezzo mondo.

(6.3672917, 2.5568805) Incollare su un navigatore o Google Map

Cliccate su PARK GTS per la panoramica del sito.

Neanche le auto elettriche sono esenti da questo scempio. Gia si rottamano!

L’iniziativa di auto elettriche in condivisione -AUTOLIB- che tanto aveva fatto sperare per la mobilità cittadina di Parigi, oltre 4000 auto disponibili in oltre 1500 stazioni, sono finite in discariche in vari siti. Alcune centinaia sono state ricondizionate e vendute a privati ma la maggior parte, nella migliore ipotesi, saranno smontate per riciclare i materiali. Grossi problemi con le batterie, sembra.

Il promettente esperimento si é arenato in una rissosa  trattativa tra il concessionario (una società di Bolloré) e le municipalità, per la gestione del debito. Debito…Il modello economico per quanto rivoluzionario tardava a produrre profitti…

https://bit.ly/32lSbic

Ma nel modello economico non venivano calcolati i vantaggi. Le statistiche indicavano che ogni autolib “elettrica” in condivisione sostituiva 3 macchine “termiche”. Cioè 3 persone modificavano la loro mobilità rinunciando ad usare la propria auto, usando autolib per spostamenti urbani. Meno inquinamento, meno traffico, meno ingorghi. Meno tempo perso per trovare un parcheggio…

Ma questi aspetti nel calcolo economico del nostro sistema, non sono ancora integrati. Quindi profitti insufficienti, abbandono del progetto.

I rifiuti

Rifiuti urbani, imballaggi, plastica…perché si fa fatica a riciclare?

Perché i volumi sono mostruosi. 

I più pragmatici li bruciano in inceneritori e parlano di valorizzazione energetica.

Una buona idea. Solo apparentemente perché gli impianti emettono gas serra e diossina.

È dimostrato che i composti della famiglia delle diossine si formano durante la fase iniziale della combustione dei rifiuti.

Vedere « Fonti di diossine »:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Diossine

Diossina? Severo? Si quella. È un prodotto cancerogeno.

Allora buttiamoli in mare!

Per poi ritrovarci con spiagge e bagnasciuga pieno di residui plastici, con pesci che nello stomaco hanno residui plastici, che ingeriamo anche noi essendo gli ultimi della catena alimentare e scoprire che i moti ondosi e le correnti marine formano isole gigantesche di rifiuti plastici.

Ma i rifiuti sono democratici, hanno composto isole di dimensioni vertiginose in tutti gli oceani del mondo. Isole che nessuno rivendica al contrario di altre che, come nel mare di Cina, provocano attriti tra gli stati che si affacciano su quel mare.

Senza volerlo abbiamo creato il Sesto continente…e non c’è da esserne fieri.

https://bit.ly/3e37bUL

Attraverso sospetti accordi con regimi corrotti esportiamo rifiuti di ogni genere, anche tossici, in paese poveri, dove nascono immense discariche. 

L’Europa invade con i suoi rifiuti l’Africa, gli USA il Sud America.

Un non invidiabile record ce l’ha il Kenia col quella che é considerata la più grande discarica del mondo: Dandora presso Nairobi.

https://bit.ly/3AMtBUE

La Cina dopo aver importato per anni rifiuti plastici ha reciso gli accordi e vietato le importazioni.

Ormai ne hanno bbastanza dei loro da gestire.

Poi ci giungono immagini dei diseredati di quei paesi che frugano nelle montagne di rifiuti per trovare materiali da riciclare.

Stessa cosa in Turchia. Dopo anni di trasferimenti di container di rifiuti plastici ”misti” cioè quelli che i paesi europei stentano a riciclare perché essenzialmente sporchi di scarti di alimenti, la Turchia si é accorta dell’inganno ed ha reciso i contratti.

Una recente inchiesta della stampa tedesca indicava un centinaio di container nel porto di Adana, respinti dalla Turchia che giacevano all’aperto. Il contenuto a causa dei residui alimentari fermenta, emanando odori nausabondi. La Germania non li vuole recuperare ed ogni tanto ne sparisce qualcuno che viene trasferito in Vietnam, che ha deciso di interrompere le importazioni nel 2026. Vai !

Ma intervenire a monte per ridurre gli imballaggi, per esempio? Nooooo…

Troppo complicato. 

In un supermercato i clienti hanno organizzato un giorno di protesta contro gli imballaggi inutili. In quella giornata i clienti hanno deciso al termine della spesa di lasciare nel parcheggio gli imballaggi dei loro acquisti.

Vi lascio immaginare la montagna di cartone, plastica che si é formata.

Un’iniziativa da riproporrere per fare toccare alle persone con mano, i volumi di scarti che produciamo ed indurre la grande distribuzione a collaborare per  ridurre gli imballaggi.

Apparecchiature informatiche

E dove li “ricicliamo” i computer e affini?

In Africa, in Asia…

Ecco i siti. Il riciclo che ci promettono é tutta fuffa. Li portano in Africa a container interi e li scaricano in paesi con governi compiacenti (leggi corrotti).

https://bit.ly/3p55pbU

Ma anche in Cina 

https://bit.ly/3e56E4x

Il recupero lo fanno occasionalmente i soliti diseredati, senza controllo, con rischi per la salute e con risultati modestissimi.

Ma riparare gli oggetti? Allungare la vita media delle apparecchiature?

Naaaa! Sconfortante.

Sempre sul paradigma produzione, distruzione

ULTIME NOTIZIE !

Cimiteri di abiti

Nel deserto di Atacama-Cile hanno scoperto una vera e propria montagna di 39 mila tonnellate vestiti, prodotti della “fast fashion”.

https://bit.ly/3r4bS7K Immagini di Martin Bernetti-AFP

Capi invenduti o di seconda mano.

Invenduti. Ma non si potevano regalare ad associazioni, a popolazioni povere?

Seconda mano? Ah si, é vero! I gruppi di distribuzione “virtuosi” come H&M, raccolgono nei loro negozi i capi fuori moda o non più utilizzati dai clienti.

Bella iniziativa. Poi però subappaltano il riciclo. Molti capi finiscono nelle lodevoli iniziative di economia circolare, mentre la più parte di subappalto in subappalto… finiscono nelle discariche.

Qui si costatano due situazioni. In alcuni casi i vestiti vengono bruciati per renderli inservibili, oppure si vedono i soliti diseredati che cercano tra la massa di rifiuti qualcosa da riutilizzare.

Quanti capi di vestiario sono 39 000 tonnellate (attenti agli zeri… fa 39 milioni di KG) di vestiti?

Un vestito quanto pesa? Varia. Da poche decine di grammi a qualche Kg. Per semplificare facciamo una media di 1 kg? Troppo? Via giusto per fare un calcolo…

Fa 39 milioni di capi di vestiario…

Ormai rottamiamo anche gli umani

Sento già i pessimisti dire che tra un po’ rottameranno anche gli umani…

Ebbene rendiamoci conto che lo si fa già!

Lo costatiamo nei campi profughi dove milioni di esseri umani in fuga da guerre, dittature, catastrofi climatiche, sono parcheggiati, senza prospettive a morire di malattie e di inedia.

Campi profughi in Giordania

https://bit.ly/3Hc5Oj7

In Grecia

https://bit.ly/3eg5i6X

In Turchia:

https://bit.ly/3EnIaOK

In Bosnia

https://bit.ly/3FCy2Dj

Messico

https://bit.ly/3Jahg0d

Senza dimenticare altri paesi a noi più lontani, come i campi profughi Rohingya in Bangladesh, circa 1 milione. 

https://bit.ly/3yQEDr5

Vicino a noi c’è la striscia di Gaza, quelle che il Parlamento Europeo, il report di Human Right Watch, ed altre ONG, definiscono “Una prigione a cielo aperto” che ospita 1 milione 900 mila palestinesi. Chi lo attesta?

Human Right Watch: https://bit.ly/3rqMKZ2

Parlamento Europeo: https://bit.ly/3uoPmJc

L’Unione europea e tutti noi, giriamo la testa e paghiamo i paesi “ospiti” per trattenerli sul loro suolo.

—— Spendiamo più per tenerli lontano che per inserirli ——

Le organizzazioni internazionali ONG con uno sforzo encomiabile intervengono per limitare la tragedia, ma é una goccia nel mare.

Inquinamento dell’aria

Il WHO denuncia che a causa dell’inquinamento dell’aria muoiono 7 milioni di persone nel mondo e ne fanno ammalare più di un miliardo.

Quasi un covid ogni anno.

Guardando i grafici della qualità dell’aria nella nostra città, quando è mediocre siamo già contenti.

Riguardo alle emissione dei mezzi di trasporto é da mettere in causa soprattutto il particolato atmosferico – PM10 e PM2.5 e la sua nocività sulla salute umana. L’agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato il particolato come cancerogeno di classe 1.

Nonostante evidenti progressi dal 2005, il superamento dei 50 μg/m3, per esempio il Lombardia é stato costante nel 202O (1° anno della pandemia) con picchi inquietanti in Milano. Dati ARPA Lombardia.

In Italia le vittime legate a smog e polveri sottili sono in media :

908 ogni 100mila abitanti ogni anno (dati 2016).

https://bit.ly/3oiQ6eg

Morti per Covid fino ad oggi 243 ogni 100mila abitanti.

Worldometers.info

https://bit.ly/3GhM24T

Per i virus ci sono i vaccini, non per lo smog…

25 mega città producono il 52% delle emissioni di gas serra di tutto il mondo

Blog Università di Padovahttps://bit.ly/3B0LEss

All’equazione “Inquinamento atmosferico/cancro polmoni/malattie cardio-circolatorie” si risponde con la riduzione dell’inquinamento? Non sufficientemente. Nel frattempo l’industria sanitaria propone soluzioni medico-chirurgiche. La cura del cancro é economicamente più conveniente?

C O M E      A G I R E

L’inazione dei governi ed il negazionismo sistematico ci conducono come sonnambuli verso la catastrofe climatica, in uno scenario dove i ricchi se la caveranno (forse) mentre i poveri faranno la fine della rana cinese.

PS. L’esperimento della rana cinese. Conoscete? – Si immerge una rana in acqua fredda, poi si aumenta la temperatura lentamente un grado alla volta regolarmente. La rana si abitua e non reagisce, fino a lessare senza rendersene conto. È il rischio che corrono molti di noi non riescono a uscire dalla propria zona di conforto.

Un altro sistema economico, non capitalista, non è solo possibile ma urgentemente necessario.

La grande povertà nel periodo industriale è storicamente originata dalla voracità delle classi agiate con l’accaparramento della ricchezza prodotta dai lavoratori.

Fu così nell’Inghilterra a partire dalla prima industrializzazione ed é cosi oggi.

Siccome la sinistra attuale mostra come unica ambizione quella di governare il popolo ma evitando di emanciparlo, c’è una sola opzione per ostacolare iniziative nocive per l’ambiente o lo spreco di risorse per progetti faraonici inutili ed è l’azione della società civile.

Informarsi: la conoscenza della causa delle cose é il primo mattone della costruzione della consapevolezza.

Condividere: combattere l’idea che la crisi climatica, umanitaria interessi solo poche persone o che troppi siano ormai fatalisti. Parlarne permette di sfatare questo e di costatare quante gente di buona volontà é sensibile al problema e disposta a partecipare al cambiamento.

Ritrovare la fiducia nella società civile … ritrovando la fiducia negli altri, la solidarietà, per combattere le diseguaglianze, gli egoismi e soprattutto prendere coscienza che “io speriamo che me la cavo” é un’illusione.

Agire: aggregandosi ad iniziative locali, sostenendo cooperative locali, finanziando o partecipando ad associazioni di volontariato.

Finanziare al livello delle proprie possibilità le iniziative locali, le ONG. Assegnare l’8-5-2 per mille in maniera oculata. É un dispositivo originale che cercano di istituire anche in altri paesi.

Manifestare per sollecitare gli amministratori, i politici ad intervenire nei vari settori di crisi. Pretendere un rendiconto dell’attività degli eletti, dagli assessori, ai sindaci, ai deputati. Pretendere un contatto diretto attraverso una segreteria, un social media dove fare pervenire le istanze delle associazioni.

Aderire ai referendum che di volta in volta fanno fare un passo in avanti alla società.

Pensate a quelli sul divorzio, sull’aborto, sull’acqua pubblica, sul finanziamento ai partiti…

Hanno sempre spiazzato la politica. I partiti li avevano osteggiati con considerazioni miserevoli come: il popolo non è maturo.

La società civile invece ha dimostrato di esse sempre un passo avanti.

Gli ultimi referendum indetti sull’eutanasia e la cannabis hanno raccolto le firme indispensabili in tempi brevissimi, quello sull’eutanasia il doppio delle firme necessarie.

Referendum indetti per sopperire all’ignavia del parlamento che non legifera o procrastina l’introduzione di leggi che regolino forme e comportamenti ormai acquisiti dalla società.

E con che irritazione vengono accolti dalla politica, scavalcata da una realtà che non concepiscono.

Tanti progetti  degli ultimi anni sono stati contestati, ritardati e anche fermati, come la TAV, le trivellazioni, i ponti di Messina…Come si possono fermare le iniziative di progetti faraonici deteriori per il clima? Dal basso, con la pressione sociale, le proteste e le manifestazioni, ma anche e sopratutto con minacce di promuovere cause legali da parte delle organizzazioni ambientaliste, da Greenpeace a ClientEarth. Questo sta avvenendo nel mondo ed hanno fatto scuola i processi ai produttori di sigarette, durati -si- anni, ma conclusisi con condanne e risarcimenti miliardari.

Attualmente in USA case farmaceutiche che hanno prodotto medicinali, contenenti oppiacei che hanno provocato la morte di 100 mila persone solo nel 2020, stanno perdendo i processi intentati dalle famiglie delle vittime e pagando risarcimenti milionari.

In Francia la ditta farmaceutica che commercializzava un prodotto medicinale per dimagrire prescritto per 30 anni, ma che provocava seri problemi cardiaci, causando molti morti, ha subito una classe action, un processo che ha prodotto condanne pesanti e anche qui risarcimenti milionari.

Il Movimento per la Giustizia Climatica in USA é riuscito a bloccare un progetto distruttivo come il fracking (estrazione dalle rocce di scisto) e  l’oleodotto Keystone, tentativi di perforazione petrolifera in Alaska.

In Canada, nell’Alberta l’estrazione di petrolio dalle sabbie bituminose: informazioni e immagine:

https://bit.ly/3DUG2iS

provocano un inquinamento gigantesco in un territorio di foreste boreali, devastato.

È l’area di Fort McKay e di Bitumont (sic) di 600km X 300Km.  Per visualizzare, un area più grande della pianura padana

Stabilire le regole per la transizione climatica e sanzionare le multinazionali, le istituzioni che non le rispettano

É già la realtà. Uno stato può multare una multinazionale, una banca che non rispetta la legge o per frodi finanziarie:

-Credi Suisse  ha concordando un forfait di 2,6 Miliardi di $ di multe in USA, per aver sopravvalutato fraudolentemente attivi finanziari per evadere tasse (mismarking securities positions) tra il 2008 ed il 2012.

Inoltre nel 2014, Credit Suisse si è dichiarato colpevole di aver cospirato ad aiutare americani benestanti a nascondere in paradisi fiscali, attivi allo scopo di evadere le tasse, pagando successivamente altri 2,6 miliardi di dollari in multe e restituzioni.

-Il Crédit Suisse é inoltre accusato dal OCCRP (Organized Crime Reporting Project) di non vigilare sui conti correnti aperti da nazioni canaglia.

-Truffa Libor (tasso interbancario) sedici grandi banche internazionali – statunitensi, europee e giapponesi – accusate di aver manipolato l’indice Libor. Centinaia di milioni di multe negli USA a banche come Barclays, UBS, RBS.

La Commissione europea ha multato le banche Barclays, Deutsche Bank, RBS, Société Générale, Citigroup, Crédit Agricole, Hsbc e JP Morgan  e RP Martin per un totale di 1,7 miliardi di euro per manipolazione dell’Euribor.

MILLE AVVOCATI PER LA COSTITUZIONE

https://www.milleavvocati.it

Ci sono associazioni di avvocati che difendono i cittadini, le associazioni contro i soprusi. Sostengono le associazioni in class action contro multinazionali, gruppi finanziari anche contro governi.

Lodevole l’iniziativa della RETE DEI NUMERI PARI di Fabrizio Barca del Forum diseguaglianze e diversità: http://www.numeripari.org/la-rete/

che coordina più di 400 associazioni in Italia. Con la recente iniziativa ” TI-CANDIDO ” : per candidare e sostenere una nuova generazione di politiche e politici, sono stati eletti 3 sindaci e 25 consiglieri comunali: https://bit.ly/3DUG2iS

I candidati hanno un forte legame col territorio e sono stati scelti per le loro battaglie concrete, per l’adesione e l’impegno sulle proposte di giustizia sociale e ambientale.

COME POTERE RISCONTRARE AGIRE È POSSIBILE

L’attuale sistema elettorale non soddisfa più le esigenze di questa crisi, climatica, sociale ed economica. Riesce solo a tenere lontano le persone dalla politica. Chi conosce il parlamentare o senatore che ha eletto?

Costui mette a disposizione la sua segreteria per tenere contatti con gli elettori? Ha un Blog, un sito dove comunicare con gli elettori?

Siccome nell’attuale sistema elettorale i candidati sono “nominati” questi non sentono alcuna responsabilità verso gli elettori.

Quindi diventa urgente una riforma del sistema elettorale verso un sistema proporzionale con primarie locali dove si incontrino candidati ed elettori, dove si possa analizzare le loro conoscenze sui vari argomenti, le loro idee , le loro proposte. Una volta eletti gli amministratori che gestiscono l’ambiente e i responsabili dei partito che operano sulle tematiche del cambiamento climatico e della conversione dell’economia, sentiranno il fiato sul collo dei loro elettori e dovranno regolarmente riferire gli sviluppi, l’avanzamento dei progetti.

F A T T I

L’1% della popolazione mondiale più ricca produce più gas a effetto serra del 50% della popolazione più povera.

Il dato, impressionante, è tra i tanti contenuti nell’annuale Emission Gap Report pubblicato dall’Unep, il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite. 

The richest 1% of the global population account for more emissions …than the poorest 50%

C’é uno studio particolarmente interessante che ipotizza un “Capitale Carbonio” per ogni individuo del pianeta.

Ne parla Thomas Piketty nel suo « Capitale e Ideologia »:

Meno male che c’é Piketty

Pag 1156

Tassazione progressiva delle emissioni CO2

Molti fattori inducono a collegare il fenomeno del riscaldamento globale con quello della disuguaglianza.

…Le emissioni sono fortemente concentrate (tab 13.7) nel gruppo di individui ad alto reddito e grandi patrimoni nei paesi più ricchi del mondo , USA in primo luogo, poi Europa, Canada, Australia.

…Dari statistici inconfutabili indicano ad esempio che nei paesi occidentali 1% della popolazione emette 9 volte più di gas serra della media ed il 10% della popolazione 2,3 volte.

Presenta una quasi inverosimile statistica che vede il Nord America 1% emettere il 55% delle emissioni di gas Serra.
Repartition mondiale des emissions carbone(2010-18)

…Per ottenere un’accettazione sociale di una tassa carbonio, questa deve passare per norme di giustizia sociale. Le categorie modeste che hanno emissioni ridotte, non accetteranno sacrifici se le categorie privilegiate non diminuiranno sensibilmente le loro emissioni.

Le fortune accumulate da questi, contengono una frazione dell’ingente volume di emissioni di CO2 emesso dalle società  e dalla attività che li hanno arricchiti.

Una tassazione di queste fortune non farebbe altro che restituire alle popolazioni, il credito che detengono per avere emesso meno con i loro comportamenti e consumi.

La tassa riscossa poi dovrebbe essere utilizzata in parte per compensare le categorie più modeste ma principalmente per il finanziamento della transizione energetica.

Pag 1158

…La soluzione che prevede una carta carbonio individuale, assegnando una quota unica di 5-10 T di Carbonio che permetterebbe ai più poveri con emissioni basse di rivendere parte della loro quota, comporta degli inconvenienti.

Sarebbe ammettere che i più ricchi avrebbero carta bianca per continuare ad inquinare e emette gas ad effetto serra, potendo acquistare quote dai più poveri.

Inoltre il mercato delle quote potrebbe essere manipolato.

Ma contemporaneamente sarebbe un grande vantaggio per gli abitanti dei paesi in via di sviluppo che emettendo poco, potrebbero rivendere le loro quote e migliorare la loro esistenza in maniera consistente, rispetto alle abitazioni, l’accesso all’educazione, alla salute, all’acqua.

Una soluzione più equa consiste nella tassazione progressiva: le prime 5 T poco o niente tassate, le 10 ulteriori ad un tasso superiore e cosi via, fino ad un massimo oltre il quale scattano sanzioni pecuniarie dissuasive.

La misura delle emissione in caso di servizi, trasporti, energia é disponibile e implementabile rapidamente. Esitono tabelle per tutti i prodotti di consumo e sono in ogni caso facilmente calcolabili…

Elementi ripresi da  Agime Gerbet: Tassa Carbonio-ImEA (Imposta sulle Emissioni Aggiunte). Analisi e proposte .

Agime Gerbet: President of the scientific committee at AIEE – Associazione Italiana Economisti dell’Energia

http://bit.ly/3uGjmgD

NdR

É importante acquisire la consapevolezza dell’impatto di ogni attività quotidiana in termini di impronta carbone e della capacità e motivazione a ridurre le emissioni individuali e della propria comunità su basi organizzative.

Si può calcolare la propria impronta carbonio sul sito svizzero del WWG in italiano:

https://bit.ly/3RCobUp

Chi voglia fare una compensazione può finanziare decine di  progetti gestiti dall’ONU, in paesi in via di sviluppo con bassissime emissioni.

https://offset.climateneutralnow.org/

Ridurre le diseguaglianze e contrastare il riscaldamento climatico

C’é una proposta del movimento “La France Insoumise” di J.L. Melenchon che propone di tassare l’eredità al 100% oltre la soglia di 12 Milioni di €. C’é anche una proposta del segretario del PD, di costituire una “dote” per i giovani alla maggiore età, per permettere loro di continuare gli studi, finanziare un’attività, finanziare l’acquisto di un’abitazione. (La proposta di Letta fa parte degli argomenti trattati da Thomas Piketty in Capitale e Diseguaglianza)

MA DOVE SI TROVANO I SOLDI ? chiede il solito scettico…

Ma con una patrimoniale ! Con un tasso progressivo, che non inciderà sulle prime case.

Questo permetterebbe di ristabilire un equilibrio tra quell’10% di super ricchi che negli ultimi 25 anni sono stati all’origine del 52% delle emissioni attraverso il loro stile di vita e il loro livello di consumi.

Studio di OXFAM : https://bit.ly/3aPc0mv

Effetto collaterale per i più abbienti: interruzione della gara per essere i più ricchi del cimitero…

Alla critica prevedibile di un ecologia punitiva

La risposta é che la punizione la stiamo già subendo con una pandemia conseguenza dello sconvolgimento degli ecosistemi: ecatombe di morti, confinamento, crisi sociale e brutale arresto dell’economia, insicurezza alimentare, con contorno di eventi climatici sempre più disastrosi.

Camus discorso per il nobel della letteratura del 57
Ogni generazione si crede senza dubbio destinata a rifare il mondo. La mia sa, tuttavia, che non ci riuscirà. Ma il suo compito é ancora più grande. Consiste nell’impedire al mondo di disfarsi.

NOTE

Per avere un quadro più realistico delle emissioni di CO2, oltre al totale emissioni per nazione, é interessante analizzare le emissione pro-capite 

Carbon foot print by country&pro-capita: https://bit.ly/3B3wwZh

Risulta che i paesi additati come i peggiori nemici del clima, Cina e Brasile, quelli ai quali addossiamo tutte le colpe della crisi climatica hanno emissioni individuali (e quello che conta!) Nettamente inferiori a quelle di uno statunitense, di un australiano. Altri allievi negligenti sono le monarchie arabe, ma anche i paesi”frugali” del nord Europa con il Lussemburgo che eguaglia gli USA. 

Emissioni pro capite (in T di CO2eq./anno) per nazioni nel 2020

Gruppo dei paesi petroliferi oltre 20, con punte di 30

Australia 15,37

USA 14,24

Lessemburgo 13,24

-Media G20 11,0

Russia 10,81

Germania 7,69

Cina 7,41

-Media Europa 5,9

Italia 5,02

Francia 4,24

Brasile 2,2

India 1,77

Bangladesh 0,56

Paesi africani 0,…

Molti dei quali 0,0..

Polinesia 0,…

Nessuna politica riuscirà a lottare efficacemente contro il riscaldamento climatico se non risolverà la questione della giustizia sociale e fiscale.

Rapporto Oxfama – Davos 2022. Pagina 15 : I 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte).

https://bit.ly/3aYRRKU

Sacrosanto! Ma al nostro livello dovrebbe fare riflettere una delle più flagranti aberrazioni tra i nostri modelli di consumo : le navi da crociera. Città viaggianti fino a 4000 passeggeri (+ la metà di equipaggio). Sono l’emblema dei nostri tempi, un concentrato di tutti i problemi ambientali in termini di emissioni di Gas Serra, rifiuti ecc. Per un giorno di crociera, da dati Costa Crociere, si calcolato in circa 254Kg/CO2-eq. giorno/passeggero di crociera. Una crociera di 1 settimana fa 1,78 T di CO2-eq. a passeggero. Una settimana di crocerà 1,78 T di CO2-eq. corrisponde alle emissioni annuali (medie) di 16 nigeriani.

COP 21 di Parigi del 2015

Si é discusso di Capitale Carbonio , emissioni individuali di Carbonio e tassazione.

La media mondiale di emissioni individuale é calcolata in 6,2T di CO2/anno (Piketty-Capitale ed Ideologia, diagramma pag 777).

Dalla COP 21 è emerso il consiglio di stabilire una tassa di 100$ per T di CO2 emessa, per poter limitare le emissioni con traguardo 2030.

Media mondiale = 6,2T di CO2 eq./anno? 

Ognuno di noi è responsabile in proporzioni diverse dell’emergenza climatica, a causa della sua attività e dei suoi consumi.

Giusto per stabilire il nostro livello di consumi/emissioni, per responsabilizzarci ed  indurci a modificare i nostri comportamenti, si può calcolare la propria impronta carbonio. Diversi siti lo propongono.

Il più interessante e completo é il sito svizzero del WWG in italiano: https://bit.ly/3RCobUp

e quello ONU per le compensazioni: https://offset.climateneutralnow.org/

SUPERAMENTO TEMPORANEO DI 1,5°C

Tecno-utopie

Alcuni gruppi industriali propongono una flessibilità nel determinare la soglia “invalicabile” de 1,5° C. Immaginano un superamento temporaneo in previsione dello sviluppo di tecnologie di cattura e stoccaggio della CO^2 emessa. Allo stato dell’arte, esistono solo studi, progetti ed impianti pilota. Tempi? Fattibilità? Nessuno si compromette, ma l’industria chiede a gran voce finanziamenti.

In un rapporto del IPCC confortato da pubblicazioni di altri scienziati (per citarne uno solo: Henry Shue: Mitigation gambles), si teme che questo superamento temporaneo possa spingere qualche fattore del cambiamento climatico oltre il punto di non ritorno.

Esempio: Superare di 0,2-0,5°C per una decina d’anni il picco, determina certamente un aumento delle velocità di scioglimento della banchisa polare e dei ghiacciai della Groenlandia.

Rientrando nel parametro non é che quei ghiacciai si riformino.

Le conseguenze, come l’innalzamento del livello degli oceani, l’aumento dell’evaporazione degli oceani, resteranno.

Senza contare che le acque dolci derivanti dallo scioglimento dei ghiacciai, incontrano le acque salate della corrente dl golfo che sale dall’equatore, con conseguenze potenzialmente disastrose.

Ci sono già segnali di modificazione del percorso della corrente del golfo. È un fenomeno che rende il clima meno freddo sulle coste  nord europee, mentre alla stessa latitudine sulle coste canadesi il mare ghiaccia.

Il superamento del picco deve essere evitato a tutti i costi e le emissioni mondiali devono diminuire immediatamente per raggiungere la neutralità carbone per il 2050. Le chimere delle tecnologie di cattura della CO2 non sono concepibili.

Definizioni

-IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change)

Organismo delle Nazioni Unite per la valutazione della scienza relativa ai cambiamenti climatici.

-I.C. L’impronta carbonio. Conosciuta anche come bilancio di CO2 o bilancio di gas serra, indica quante emissioni di anidride carbonica sono causate direttamente e indirettamente da un’attività o sono generate durante tutte le fasi di vita di un prodotto.

-Perché si parla solo di CO2?

Perché pur non essendo la sola causa dell’effetto serra ne é l’elemento maggiore e viene usato come parametro di riferimento.

-CO2 equivalente. Gli altri gas serra come il metano o il monossido di azoto sono spesso inclusi nell’impronta di carbonio convertendoli in CO2 equivalenti (CO2-eq in breve).

Lascia un commento